Pareva la volta buona ma, all’ultimo momento, il provvedimento, che doveva inserire nell’albo dei promotori finanziari anche i consulenti e le società di consulenza finanziaria indipendente, è stato tolto dal DL Competitività.
Sull’argomento il governo e le parti interessate sembravano avere oramai trovato “la quadra” per cui si può soltanto pensare che lo stop sia dovuto a motivi esclusivamente tecnici e che alla prossima occasione utile il provvedimento trovi attuazione.
Un provvedimento al ribasso in una vicenda che ha visto ancora trionfare l’innata predilezione italica per il corporativismo. Messo in soffitta il progetto che voleva la nascita di un nuovo albo (si un altro…) le associazioni dei consulenti finanziari indipendenti e quella dei promotori finanziari si sono ritrovati sulla strada che porta all’albo unico diviso in tre sezioni.
Secondo lo schema del provvedimento l’attuale albo dei Promotori finanziari diventerà l’albo unico della consulenza finanziaria e sarà diviso in tre sezioni: consulenti fnanziari abilitati alla vendita fuori sede, consulenti finanziari indipendenti e società di consulenza finanziaria; un bel casino, non c’è che dire.
A sentire le solite associazioni va tutto bene ma forse sono troppo impegnate a concordare come spartirsi la governance del nuovo soggetto per capire che, in questo accordo al ribasso, rischiano di perderci ancora una volta i risparmiatori, che si troveranno il solito venditore ma con un nome ben più alla moda: consulente finanziario.
Come diceva quel famoso proverbio: se non puoi sconfiggere il tuo nemico, abbraccialo.
Allegati: Relazione tecnica istituzione Albo Unico