La BCE investe ancora nel QE ed azzera il tasso di interesse di riferimento. La liquidità liberata sui mercati sale ad 80 miliardi di euro al mese, tra gli asset acquistabili dalla banca centrale anche bond aziendali.Tutti chiedevano a Mario Draghi un segnale forte ed il segnale è arrivato. La BCE si assume le sue responsabilità sino in fondo ed allarga le maglie del quantitative easing spingendo in contemporanea i tassi di riferimento allo zero spaccato.
Lo scenario, del resto, è quello che già conosciamo, nell’Eurozona non si cresce abbastanza e l’inflazione rimane un miraggio. Le stime di crescita per l’Eurozona passano a 1,4% per quest’anno (da 1,7%) e a 1,7% per il 2017 (da 1,9%). La BCE prevede poi una crescita dell’1,8% per il 2018. Revisione al ribasso anche per la crescita dei prezzi: il 2016, inizialmente previsto con una inflazione all’1%, potrebbe chiudersi con un anemico +0,1%. Andrà meglio nel 2017 (1,3%, ma per il momento sa molto di speranza) mentre per rivedere quota 2% dovremo attendere almeno il 2019.
Da aprile gli stimoli monetari iniettati sul mercato raggiungeranno il valore di 80 miliardi di euro al mese (sopra le aspettative degli analisti) e la BCE potrà acquistare anche bond aziendali (ma solo con rating di fascia Investment Grade).
Basterà questa nuova ondata di moneta a ridare slancio all’economia? Secondo Draghi gli effetti dell’intervento cominceranno a vedersi nella seconda parte dell’anno ma, ha lasciato intendere, non è detto che le munizioni della banca centrale siano finite qui.
Per la prima volta volteggia sulla BCE l’ipotesi dell’Helicopter Money. Banalmente lo potremmo definire un meccanismo attraverso il quale la banca centrale, oltre a comprare strumenti finanziari, “finanzia” interventi di politica fiscale espansiva (investimenti o tagli di imposte). Questo strumento, presente nei QE di molti altri paese, non può essere messo in atto dalla BCE perchè i trattati costitutivi non lo consentono. Aggirare l’ostacolo è possibile attraverso l’acquisto, sul mercato secondario, di bond emessi dalla BEI per finanziare programmi di spesa pubblica.
Sotto i segni tangibili dei dati macro la barra rigorista tedesca potrebbe cedere lasciando finalmente spazio ad una manovra espansiva. In attesa di sponde politiche la BCE si prepara anche a questa eventualità.