Alla fine il ritocchino è arrivato, un +0,1% su base annua che non pare buono nemmeno per il marketing politico. Nel 2° trimestre la crescita è stata nulla, i consumi delle famiglie rimangono al palo, tengono le esportazioni e sale il contributo del settore agricolo alla ricchezza nazionale
Gli altri paesi
La Spagna cresce dello 0,8% nel secondo trimestre, la Germania a +0.4% (dato sopra attese), UK +0,6%.
Consumi ed investimenti al palo, ecco il problema.
Il nodo centrale dei dati sul PIL riguarda i consumi e gli investimenti. I consumi delle famiglie crescono di un malinconico +0,1%. Dopo i picchi del secondo e terzo trimestre del 2015, la borsa della spesa degli italiani ha cominciato nuovamente a sgonfiarsi. Gli investimenti fissi tornano addirittura negativi dopo 5 trimestri.
La domanda interna arranca e non c’è voglia di investire per mancanza di fiducia. Se consideriamo che il 60% della ricchezza nazionale è creato dalla domanda interna, ossia dal consumo delle famiglie italiane, risulta chiaro che su questo occorre agire.
Esportazioni e servizi tengono su la baracca
Alla fine della fiera quel risicato +0.1% deriva dalla tenuta del settore delle esportazioni e dal buon dato relativo al fatturato del comparto servizi. In un quadro piuttosto desolante (tra le note dolenti quella del settore costruzioni, ancora agonizzante) si staglia la buona performance del settore agricolo.
E ora?
Ci sono ancora due trimestri, l’estate sembra essere andata piuttosto bene dal punto di vista del turismo, il dato del terzo trimestre potrebbe essere più solido. Sembra tuttavia difficile riuscire ad agguantare quel 1,2% fissato dal governo come target per il 2016. Occorre ricordare che su quel dato si basano i numeri delle manovre finanziarie e se quel dato non viene rispettato occorre effettuare una correzione per mantenere in ordine i conti.
C’è il concreto rischio che la nuova finanziaria nasca zoppa e che una crescita molto più bassa del previsto tolga risorse per quella serie di provvedimenti di cui da alcune settimane si è iniziato a parlare. Se così sarà, e ci auguriamo di no, sarà inutile stare a parlare di quali tasse ridurre o quali settori privilegiare. I soldi sono una risorsa scarsa, scarsissima per il nostro paese.