Il rapporto del centro studi di Confindustria lima al ribasso le previsioni di crescita del 2016 e del 2017, parlando di un paese malato di bassa crescita che ha sostanzialmente buttato via gli ultimi 15 anni.
Il PIL atteso per il 2016 scende a +0,7% (da +0,8%) mentre la previsione per il 2017 è foschissima: +0,5% (contro il precedente +0,7%). Ma, sottolinea il centro studi, il dato del prossimo anno non è per nulla scontato e occorrerà conquistarselo.
Parole come pietre quelle degli economisti di viale dell’Astronomia che, parlando della cronica difficoltà del paese a creare ricchezza, mettono a confronto la crescita di alcuni paesi europei con quella dell’Italia. Se Germania, Francia e Spagna sono riuscite a crescere e bene, nello stesso periodo il nostro paese ha collezionato una perdita di ricchezza dello 0,5%
Bassa crescita che si ripercuote anche sui bilanci statali con un deficit che nel 2017 sarebbe del 2,3% contro l’obiettivo previsto dal governo dell’1,8%, un aggiustamento da 16 miliardi euro.
Il rapporto di Confindustria è l’ennesimo segnale lanciato al governo che in questi giorni sta delineando la nuova legge di stabilità. Una “manovra” che dovrà tenere conto della minor crescita e che vedrà ridursi i margini per un intervento di politica fiscale espansiva, sperando in una ulteriore flessibilità europea (non scontata).