Quando si analizza una qualsiasi tipologia di investimento guardare al rendimento non basta. Serve valutare il rischio connesso a quel rendimento; qui entrano in gioco le definizioni di rischio assoluto e rischio relativo.
Rischio. Parola che include molti significati. In materia finanziaria lo possiamo definire come la variabilità di un investimento nel suo risultato economico. Quantitativamente può essere espresso come l’ampiezza della dispersione dei rendimenti periodali rispetto al rendimento medio di un investimento. La valutazione del rischio di un investimento ha a che fare con la statistica e i due classici indicatori che quantificano il rischio di un investimento sono la varianza e la deviazione standard (la volatilità).
Varianza e volatilità sono calcolati a partire dall’andamento delle serie storiche di un investimento (un’azione, un fondo comune, un etf) ed in questo senso esprimono un livello di rischio assoluto, ossia slegato da qualsiasi indice o mercato di riferimento.
Quando nella misurazione del rischio entra in gioco un indice di riferimento (il benchmark) si parla di rischio relativo. Il rischio relativo ci permette di formulare un giudizio sull’investimento, comparandolo con il suo mercato di riferimento. Quantitativamente il rischio relativo può essere stimato attraverso due parametri principali. Uno è il beta (di cui abbiamo già parlato) e l’altro è il tracking error (TE).
Con il beta misuriamo la sensibilità di un investimento alle variazioni di un dato indice di riferimento; con il tracking error si misura la differenza tra il rendimento dell’investimento e quello dell’indice di riferimento. La volatilità del tracking error consente, poi, di effettuare una serie di valutazioni sulla fedeltà o meno della gestione dell’investimento all’indice di riferimento. In particolare possiamo dire che se la volatilità del TE è alta l’investimento ha seguito una strategia attiva, discostandosi sensibilmente dal benchmark di riferimento. Se la volatilità del TE è bassa, allora l’investimento ha seguito una strategia passiva, seguendo quasi fedelmente il benchmark.
Rischio assoluto e rischio relativo rappresentano, quindi, due modi diversi di valutare il rischio di un investimento. Se stiamo valutando un portafoglio è probabilmente più utile valutarne il rischio assoluto ed il suo impatto sul raggiungimento degli obiettivi per i quali il portafoglio è stato creato. Se dobbiamo valutare un prodotto od uno strumento finanziario risulta senza dubbio più utile analizzare il rischio relativo, confrontando quel singolo prodotto con il suo mercato di riferimento e con prodotti simili.