Quando una fase di espansione del ciclo economico si protrae per così lungo tempo è lecito iniziare a farsi qualche domanda sul come potrà presentarsi l’inevitabile fase di successivo rallentamento. In questo senso ci si può chiedere se vi sia il rischio che si possa ripresentare un Minsky Moment, un momento nel quale gli investitori, dopo lunghi voli pindarici, ritornano, precipitando, con i piedi per terra.
Hyman Minsky, economista statunitente e tra i più importanti studiosi dell’instabilità finanziaria, ha sostenuto che le situazioni di eccesso sui mercati finanziari finiscono per amplificare le fluttuazioni nel ciclo economico. Tutto ciò deriverebbe da una predisposizione, da parte degli investitori, a sottostimare i rischi che non si presentano per un lungo periodo di tempo. Ad esempio, una lunga fase di mercato caratterizzata da una bassa volatilità fa credere agli investitori che tale impostazione dei listini potrà continuare all’infinito. Quando però le cose cambiano la reazione degli investitori è repentina e drammatica, scatenando una vera e propria ondata di panico che può condurre ad un aggravarsi della contrazione della domanda aggregata, quindi ad un inasprimento della fase di recessione. E’ il Minsky Moment. Viene spesso paragonato a quello che succede ad un protagonista dei cartoni animati, quando questo continua a camminare, beato, senza accorgersi di aver superato il ciglio del burrone. Dopo qualche passo, guarda giù, si accorge di non avere più nulla sotto i piedi e precipita, inesorabilmente, alla velocità della luce.
Un perfetto esempio di Minsky Moment è rappresentato da quanto successo nel 2008. Lo scoppio della bolla finanziaria non fu altro che una enorme presa di coscienza collettiva del fatto che investire in mutui subprime era un’attività estremamente rischiosa. Dopo anni nei quali lo spread tra attività rischiose ed attività non rischiose era sceso a livelli di minimo storico, gli investitori erano caduti nella falsa credenza che quella fosse una situazione di equilibrio e che sarebbe durata all’infinito, falsando le prospettive di crescita dell’economia. Quando arrivarono i primi segnali di decellerazione il risveglio fu brusco con le conseguenze che tutti sappiamo.
Venendo da un lungo periodo di mercati a bassa volatilità e di tassi di interesse prossimi allo zero, pare lecito chiedersi se si stia preparando un Minsky Moment anche oggi, dopo la grande ripresa che dura da oramai un lustro. Il rischio che gli investitori reagiscano in maniera scomposta di fronte ad un aumento della volatilità sui mercati finanziari non è del tutto peregrino. Nel 2018 abbiamo già sperimentato due fasi nelle quali le vendite sui mercati azionari sono state scatenate da attacchi di vero e proprio panico. C’è il rischio che gli investitori, inebriati dai numeri della crescita, cadano nel tranello di considerare questa fase del ciclo economico come infinita, alterando la loro propensione al rischio ed esponendosi troppo su asset rischiosi.