Sappiamo che nella realizzazione di un portafoglio finanziario si possono sostanzialmente seguire due approcci: Top-Down e Bottom-Up. Generalmente intesi come contrapposti tra di loro, possono rappresentare un’ulteriore fonte di diversificazione del proprio portafoglio.
Cosa intendiamo per approccio Top-Down e Bottom-Up? Si tratta, come detto, di differenti modalità di costruzione di un portafoglio finanziario. Nel primo caso, Top-Down, il processo di allocazione degli investimenti parte da considerazioni di carattere macroeconomico per arrivare alla selezione dei settori e dei titoli da utilizzare. L’idea di base di questo approccio è che il rischio del portafoglio dipenda sostanzialmente dal mercato e dal paese nel quale si investe. Per questo motivo si selezionano in primis i paesi che presentano un quadro macroeconomico favorevole, successivamente si analizzano i settori industriali di questi paesi e si scelgono quelli con le migliori prospettive di crescita. All’interno dei singoli settori si possono andare a sovrappesare singole società, sempre nella logica di scegliere i “cavalli migliori”, in termini di profittabilità e prospettive di crescita futura.
L’approccio Bottom-Up rovescia il ragionamento precedente e si focalizza sulla selezione delle singole società (singoli titoli), puntando sulle loro prospettive di crescita senza tener conto di variabili macroeconomiche. In altre parole, la selezione dei titoli è considerata più importante rispetto alla selezione dei paesi su cui investire. La logica conseguenza di questo approccio è quella di dover fare i conti con un maggior rischio rispetto alla logica Top-Down. Nell’approccio Bottom-Up si investe sulle singole società, nell’approccio Top-Down si investe su mercati. Il nocciolo della questione è la diversificazione.
Top-Down e Bottom-Up sono chiaramente due visioni molto differenti tra loro ma, combinate, possono risultare un ulteriore elemento di diversificazione dei nostri portafogli. Unire approccio Top-Down e approccio Bottom-Up è possibile a patto di:
- investire in ottica di lungo periodo (più lungo per il Bottom-Up, rispetto al Top-Down)
- utilizzare metodi di analisi delle singole società basati sulla redditività e sulla profittabilità
- preferire l’approccio Bottom-Up su settori e società di cui si disponga di un alto flusso di informazioni
- porre in atto una corretta diversificazione settoriale nella logica Bottom-Up