Tanto tuonò che piovve. Mentre vi raccontavamo di come la tattica attendista della Cina avesse infastidito la Casa Bianca, Trump è passato alle vie di fatto. Oggi replica Pechino che “agita” lo yuan come contromisura.
Il combinato disposto di negoziati con la Cina a rilento e Fed timida sulla politica monetaria deve essere stato troppo da mandar giù per il presidente USA Trump. La conseguenza è stato un nuovo riacutizzarsi della guerra commerciale a suon di dazi annunciati.
La risposta cinese non si è fatta attendere molto. Così stamattina sui mercati finanziari lo yuan, la moneta cinese, ha iniziato a perdere valore, andando sotto la soglia dei 7 yuan per dollaro (valori che non si vedevano da un decennio). La Banca centrale di Pechino si è ovviamente ben guardata dall’intervenire. Anzi, visto che uno degli argomenti chiave del negoziato erano le importazioni di beni agricoli dagli USA, il governo cinese ha “consigliato” le aziende statali di non procedere più ad acquisti di beni agricoli statunitensi.
Una guerra commerciale e monetaria che ha gettato nel panico gli operatori finanziari. Il risultato è stata una corsa sfrenata verso asset più sicuri. Volano i prezzi dei bond giapponesi (e si apprezza lo yen) ed americani, sale anche la quotazione dell’oro. Ma, cosa che non farà piacere dalle parti della Casa Bianca, continua ad apprezzarsi il dollaro.
La mossa di Trump, ai limiti del kamikaze, sembra avere un duplice obiettivo. Da un lato mettere fretta ai cinesi e dall’altro mettere con le spalle al muro la Fed di Powell. Nelle ultime ore sono cresciute le probabilità che questa nuova fiammata della guerra commerciale costringa la banca centrale americana a tagliare ulteriormente i tassi.
A farne le spese sembrano essere le borse, quelle emergenti in primis. Uno scossone che avviene in periodo di volumi bassi e che potrebbe avere picchi di volatilità piuttosto consistenti. Il VIX (l’indice della paura, pur con tutte le sue limitazioni) sale del 15% e si porta in zona 20 punti (generale ansietà) a 10 punti dall’area di panico.