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I dazi hanno difeso l’economia USA? Per la Fed non proprio

Uno studio condotto dalla Federal Reserve e pubblicato l’antivigilia di Natale prova a quantificare le conseguenze della politica protezionistica voluta dall’amministrazione Trump. I dazi hanno difeso l’economia USA? Non proprio.

Cina ed Europa sono stati i principali bersagli dei dazi voluti dal presidente americano Donald Trump, il quale ha sempre rivendicato l’operazione come un necessario strumento per difendere l’economia USA, depredata, a suo dire, da anni di concorrenza sleale specie nei confronti del settore manifatturiero.

Ma davvero i miliardi di dollari di tariffe, sottolineati varie volte dal presidente USA, hanno fatto bene all’economia a stelle e strisce? Mentre ci si preparava ad impacchettare gli ultimi regali di Natale, il 23 dicembre, la Federal Reserve ha pubblicato un breve ma intenso report scritto dagli economisti Aaron Flaaen e Justin Pierce.

I due ricercatori si sono focalizzati sugli effetti dei dazi imposti alla Cina sul settore manifatturiero. Per farlo Flaaen e Pierce hanno valutato l’impatto della politica protezionistica su tre variabili: occupazione, produzione industriale e prezzi alla produzione. I dazi, argomentano i due ricercatori, agiscono sulle tre variabili appena elencate attraverso tre canali principali: l’aumento della protezione del settore manifatturiero nazionale rispetto ai competitors esteri; l’impatto sui costi degli inputs industriali (materie prime e servizi), influenzati considerevolmente dalla globalizzazione della “supply chain”; la competitività internazionale delle aziende americane sottoposte alle contromisure adottate dalla Cina in risposta alla politica protezionistica USA.

Basandosi sui dati statistici disponibili, il report della FED ha testato le conseguenze, sulle tre variabili prese in considerazione, di un aumento dell’esposizione del settore manifatturiero alle politiche protezionistiche.

All’aumento dell’esposizione, in termini statistici passando dal 25° al 75° percentile, i dati dimostrano che solo il primo canale, quello dell’aumento della protezione dell’industria interna, ha generato un blando risultato positivo, limitatamente all’occupazione (+0.08%). Aumento ampiamente bruciato dagli effetti delle altre catene di tramissione della politica protezionistica. La tabella sottostante mostra, in maniera piuttosto evidente, come l’effetto complessivo dei dazi su settore manifatturiero sia negativo sotto tutti i punti di vista.

dazi hanno difeso economia USA? Effetto cumulato della politica protezionistica

Anche il grafico sull’andamento del settore manifatturiero e dell’occupazione mostra plasticamente quale sia stato l’effettivo risultato della politica tariffaria.

dazi hanno difeso economia USA? Andamento manifattura e occupazione

L’analisi, avvertono Flaaen e Pierce, è stata svolta con un focus sul breve periodo e non tiene in conto di un quarto canale di trasmissione degli effetti del protezionismo, vale a dire l’incertezza sul futuro dei rapporti commerciali.

A metà mese dovrebbe essere apposta la firma sul documento che regola la prima fase dell’accordo tra USA e Cina, ma la maggior parte degli analisti è concorde nell’affermare che le tensioni tra i due paesi potrebbero continuare per anni. Nel lungo periodo questo significa, per le aziende, rivedere precauzionalmente tutti i loro rapporti commerciali internazionali, dalla scelta dei fornitori allo spostamento della produzione in zone più “tranquille”. Un mastodondico effetto domino che può durare, sottolineava un articolo dell’Economist, dai 10 ai 15 anni.

Impossibile quindi dire quale sarà l’effetto sul lungo periodo dei tre anni di escalation tra USA e Cina, nel breve si può affermare – dati alla mano – che i dazi non hanno difeso l’economia USA ma, al contrario, hanno indebolito il settore manifatturiero.

Foto di Steve Howard

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