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USA stabili e bottom Europa (forse) passato

USA stabili e bottom Europa (forse) passato. Potremmo riassumere così i molti dati arrivati in questi giorni sul fronte macro. Brilla il settore servizi statunitense mentre in Europa riprende vita l’inflazione ma grazie ai prezzi dell’energia. Questo ed altro nella prima KBriefing del 2020

Dove eravamo rimasti? USA stabili e bottom Europa (forse) passato. Tra i dati arrivati nel periodo natalizio vanno sottolineati quelli relativi all’ISM americano ed i dati PMI sul fronte europeo. Sul fronte USA la situazione si mantiene invariata. Il settore manifatturiero continua a soffrire, l’ISM PMI di dicembre scende a 47, cala anche la componente occupazione e quella relativa ai nuovi ordini (rispettivamente a 45 e 46). Solo le aspettative sui prezzi salgono e superano la barriera dei 50 punti. Il Dallas Fed Manifacturing index ha registrato un peggioramento a dicembre mentre il Chicago PMI è risalito a 48,9 – sopra le attese. Con un mercato del lavoro ancora stabile, l’economia americana conferma la sua impostazione di base anche per l’inizio del 2020. Il dato IHS PMI sui servizi a dicembre segna un aumento a quota 52.8, anche l’indice composite rafforza la propria posizione in area espansione. Stabile la fiducia dei consumatori a dicembre.

Sul fronte europeo sembrano arrivare segnali promettenti. L’infornata di PMI giunta ieri sui mercati segna il ritorno di quota 50 dell’indice composite con un irrobustimento del settore dei servizi. In Germania arrivano buoni dati dalle vendite al dettaglio di novembre, cresciute del 2.8% su base annua e del 2.1% rispetto al mese precedente, dati ampiamente oltre le attese. Rallenta a novembre 2019 la discesa dei prezzi alla produzione che nella zona euro salgono dello 0,2% su base mensile, portando lo scarto annuo a -1.4% (da -1.9% del mese precedente). Anche gli investitori provano ad essere positivi, lo registra il Sentix di gennaio. L’indice di fiducia degli investitori balza a 7,6 dallo 0.7 del mese precedente e molto sopra le attese degli analisti.

Oggi sono arrivati dati incoraggianti dalle vendite al dettaglio dell’intera zona euro, cresciute dell’1% a novembre; il segno più non si vedeva da agosto scorso. I prezzi al dettaglio aumentano in dicembre, a “scaldarli” la componente energetica mentre la parte “core” rimane ancora stabile al +1,3% annuo.

Cina e Giappone tra luci e ombre. Gli indici PMI segnano contrazione per il Giappone (anche per il settore servizi) e sostanziale stabilità per la Cina (ancora sopra quota 50 sia per manifatturiero che per i servizi). La produzione industriale giapponese è scesa dello 0.9% a novembre e le vendite al dettaglio sembrano continuare a scontare l’effetto aumento IVA, a novembre -2.1% su base annua. Le previsioni a 1 e 2 mesi della produzione industriale sono però positive (+2.8% a dicembre e +2.5% a gennaio). In Cina continua il calo dei profitti aziendali, -2.1% da inizio 2019 a novembre dello stesso anno. La situazione è comunque migliore rispetto a novembre 2018 (+5.4%). Il governo cinese ha rivendicato il benefico apporto della riduzione delle tasse applicata nel 2019 per oltre due trilioni di yuan. Un effetto positivo quantificato in un +0.8% di PIL con quest’ultimo che dovrebbe segnare una crescita, nominale, nel 2019 nell’ordine dei 100 trilioni di yuan (contro i 96 trilioni nominali del 2018).

USA i dati di oggi tra bilancia commerciale e ordini all’industria. Il deficit commerciale si assottiglia e tocca il livello minimo a 3 anni. Salgono le esportazioni che nell’ultimo trimestre del 2019 potrebbero tornare ad aggiungere valore al PIL. Il deficit commerciale con la Cina scende ai minimi da 6 anni. A novembre salgono gli ordini all’industria escludendo la componente trasporti, +0.3% su mese. A livello complessivo la flessione è dello 0.7% mese su mese, dato migliore delle attese.

USA, settore non manifatturiero si mantiene in salute. L’indice ISM sulla condizione del settore non manifatturiero conferma il trend degli ultimi tempi e tocca il suo massimo a 4 mesi. L’ISM NM sale sia nella componente PMI sia nella componente business activity. Stabile il sottoindice relativo all’occupazione mentre cala leggermente quello sui nuovi ordini, tutti risultati ampiamente sopra quota 50. A questo punto appare sempre più marcata la differenza tra lo stato di salute del settore manifatturiero (ISM a 47) e quello del settore servizi (ISM a 55).

Canada. Ancora in calo le esportazioni. Ancora contrazione per il commercio internazionale canadese, calano sia le esportazioni che le importazioni. La maggior variazione di queste ultime migliora il dato sul deficit che scende di 60 miliardi di dollari canadesi.

Foto di Photo Mix

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