Pubblicato nei giorni scorsi lo studio sulla condizione dell’economia dell’eurozona condotta dall’ISTAT, IFO e KOS. L’Euro-zone Economic Outlook conferma il passo lento della congiuntura ed il differente stato di salute del settore manifatturiero e dei servizi.
Per l’Euro-zone Economic Outlook elaborato dal nostro istituto di statistica (ISTAT), dalla tedesca IFO e dalla svizzera KOS, la crescita nella zona euro continuerà ad essere moderata, con un forte sostegno dei consumi privati ed un’inflazione che dovrebbe dare segni di risveglio nella prima parte del 2020.
La produzione industriale, sottolinea il rapporto, prosegue il suo trend di indebolimento iniziato nel 2018. Tra le cause: le tensioni commerciali internazionali, la debolezza dell’economia cinese e le “grane” del settore automobilistico. Non è un caso, osserva l’Euro-zone Economic Outlook, che l’economia tedesca – con il suo settore automobilistico – abbia sofferto in maniera particolare sul fronte della produzione industriale, mentre paesi come Francia e Spagna, più orientati ai servizi ed ai beni di consumo, hanno dimostrato maggiore resistenza.
Nei prossimi mesi cosa ci si aspetta? Per i tre istituti di ricerca l’economia dell’eurozona sta lanciando segnali di stabilizzazione. I dati PMI sembrano confermare questa visione. Se da un lato il settore dei servizi dovrebbe proseguire la sua fase espansiva, note di miglioramento arriverebbero dal manifatturiero. Se queste aspettative venissero confermate è lecito attendersi un risveglio della produzione industriale nei primi due trimestri del 2020 (+0,1% nel primo e +0,2% nel secondo).
Consumi privati ma anche una maggiore propensione alla spesa pubblica, conseguenza di politiche fiscali espansive, dovrebbero continuare a fornire carburante alla crescita dell’eurozona. Il tutto in un contesto di inflazione ancora moderata ma in accelerazione (+1.3%) nella prima parte del 2020.
Lo scenario internazionale, conclude il rapporto, ha subito interessanti modifiche. Da un lato ci sono prospettive di accordo tra USA e Cina, mentre il percorso della Brexit appare segnato. Dall’altro lato tornano preoccupazioni di carattere geopolitico (questione USA Iran e Libia) e tensioni sociali (gli scioperi in Francia).
L’incertezza, insomma, potente freno alla crescita, potrebbe riaffacciarsi a breve sotto altre forme, in un 2020 che si delinea come un anno dal promettente inizio ma con sviluppi ancora difficili da decifrare.
Foto di Dimitris Vetsikas