Giornata di dati sulla produzione industriale in paesi importanti dell’Europa, come Germania e Francia (non dati positivi a dicembre). Negli USA, Trump può presentarsi agli elettori con 2,1 milioni di occupati in più nel 2019 ed un mercato del lavoro che, anche a gennaio, si dimostra tonico. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Germania, ripresa ancora lontana. La produzione industriale tedesca a dicembre conferma quanto il 2019 sia stato un anno terribile per l’Europa ed in particolare per l’economia teutonica. Su base mensile il calo è del 3,5%, si tratta della variazione negativa più larga registrata dal gennaio del 2009, in piena crisi subprime. Sempre nell’ultimo mese del 2019 l’avanzo della bilancia commerciale si allarga, con le esportazioni che crescono di un timido 0.1% su mese, mentre le importazioni scendono dello 0.7% su base mensile.
Francia, dicembre in rosso per la produzione industriale. La produzione industriale francese è scesa del 2.8% su base mensile a dicembre 2019. Un dato sotto le attese che segna il peggior calo da gennaio 2018. Rivista a 0 la variazione del mese precedente. Calo legato soprattutto alle difficoltà della manifattura, la cui produzione è scesa a dicembre del 2.4%.
Spagna, produzione industriale a dicembre sotto attese. Si conferma il momento di decelerazione dell’economia spagnola che a dicembre segna un calo dell’1.3% su base mensile della produzione industriale. Il 2019 si chiude con 7 mesi su 12 in flessione ed un dato a 12 mesi che sale dello 0.6%.
Mercato del lavoro USA ancora forte. In gennaio i nuovi posti di lavoro non agricoli crescono di 225mila unità, sopra le attese e meglio del mese precedente. 206mila sono i posti creati dal settore privato, con il manifatturiero che ne perde 12mila. Migliora il tasso di partecipazione e crescono anche i salari (+3.1% su base annua, sopra attese). Il tasso di disoccupazione si ferma al 3.6%, con 139mila disoccupati in più rispetto al mese precedente.
C’è spazio anche per un confronto tra l’amministrazione Obama e quella attuale di Trump nell’ultimo anno prima delle elezioni. Se ai tempi del presidente democratico si viaggiava sui 2.35 milioni di posti di lavoro annui creati, con Trump la media è sensibilmente più bassa ma sempre sostenuta: 2.1 milioni di occupati in più nel 2019.
Sul dato globale continua ad avere un suo peso il settore delle costruzioni. Con un inverno mite il ritmo di lavoro nel settore edile non è diminuito, portando al record annuo di 44mila lavoratori assunti in più.
Canada, buone notizie dal mercato del lavoro. A gennaio in Canada sono stati creati 35,4mila nuovi posti di lavoro. Aumentano i posti a tempo pieno e calano i part time. Lieve calo del tasso di partecipazione, mentre quello di disoccupazione scende al 5.5% (dal 5.6% precedente). Tutti dati sopra le attese del mercato. Diffuso oggi anche l’aggiornamento dell’ Ivey Purchasing Managers’ Index (PMI) (sondaggio direttori d’acquisto) che balza a 57.3 da 51.9, rafforzandosi in zona espansione.
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