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Le domande improvvise: cosa sono monetary targeting e inflation targeting

Le banche centrali perseguono il loro obiettivo di stabilità dei prezzi agendo direttamente sulla parte a breve della curva dei rendimenti. Per farlo possono adottare, alternativamente o combinandole, due strategie: monetary targeting e inflation targeting.

Sappiamo che i due grandi temi della politica monetaria di una banca centrale sono l’inflazione ed il livello di occupazione. Per perseguirli le autorità monetarie agiscono sui tassi di interesse, modificando direttamente quelli della parte a breve della curva dei rendimenti. Per individuare il tasso di interesse adeguato ad una particolare fase dell’economia viene spesso utilizzata la famosa regola di Taylor (ne abbiamo parlato qui).

Se queste sono le modalità operative, c’è da chiedersi quali siano le strategie che le banche centrali utilizzano per tenere sotto controllo l’inflazione. E qui che entrano in gioco i concetti di monetary targeting e inflation targeting.

Se una banca centrale adotta una strategia di tipo monetary targeting, significa che comunicherà al mercato qual è il tasso di crescita desiderato – o di riferimento – dell’aggregato monetario. A quel punto la banca centrale monitorerà questa grandezza, intervenendo qualora il suo tasso di crescita divergesse da quello di riferimento. L’assunto di base è che l’inflazione, nel lungo periodo, incide sulla domanda di moneta (in altre parole, più si alzano i prezzi e più serve moneta). Aumentando la base monetaria ad un ritmo corrispondente alla crescita economica, corretta per le variazioni della velocità di circolazione della moneta, si otterrà un sostanziale controllo del livello dei prezzi.

La strategia inflation targeting, come si può intuire, consiste nella individuazione, da parte della banca centrale, di un livello di inflazione obiettivo su un determinato orizzonte temporale. Se l’inflazione effettiva si discosta dall’obiettivo, la banca centrale interviene.

Il primo tipo di strategia ha caratterizzato l’operato, ad esempio, della Bundesbank tedesca. L’inflation targeting ha avuto buoni risultati in paesi come l’Australia, il Canada ed il Regno Unito.

L’inflation targeting si presenta come una strategia più definita, con la quale la banca centrale, su mandato del governo, esplicita in maniera dettagliata l’obiettivo della stabilità dei prezzi, fissandone il tasso di crescita desiderato. L’approccio monetary targeting è quello più monitorabile, visto che l’inflazione ha caratteristiche che spesso sfuggono al controllo diretto dell’autorità monetaria.

Non esiste una strategia migliore dell’altra. Alcune analisi hanno mostrato come soluzioni applicate con successo in alcuni paesi (la Germania citata in precedenza per il monetary targeting) si sono rivelate inadeguate in altri (lo stesso tentativo di monetary targeting effettuato in USA e Canada). La Banca Centrale Europea, ad esempio, utilizza entrambe le strategie, ponendole a pilastri della sua politica monetaria.

Foto di Rudy e Peter Skitterians

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