Guardare oltre il coronavirus è anche provare ad identificare quali saranno le parole chiave della “rinascita”. Un esercizio che può essere utile anche come spunto per i nostri futuri investimenti.
Green Economy. Molti si chiedono se, passata l’emergenza, ci sarà ancora spazio per la green economy. Alcuni sostengono che con il prezzo del petrolio ai minimi storici ed una recessione che li manterrà bassi per un periodo di tempo abbastanza ampio, la transizione da energia fossile ad energia rinnovabile subirà un rallentamento. In realtà è molto probabile che la green economy diventi un pilastro della ricostruzione post covid-19. Da un lato la guerra sul prezzo del petrolio e la confusione che regna e regnerà nell’OPEC mette le compagnie petrolifere di fronte alla necessità di diversificare sempre più la propria produzione di carburanti, riducendo l’esposizione agli “umori” dei paesi produttori e puntando più decisamente su fonti rinnovabili. Dall’altro lato, anche se una diretta relazione tra covid-19 e climate change non è dimostrata, la comunità scientifica sta ponendo la questione dello squilibrio nello sfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo. I consumatori, attenti più che mai a questi argomenti, non mancheranno di modificare ulteriormente le loro abitudini d’acquisto, orientandosi verso la sostenibilità.
Nazionalizzazione. Come per la crisi del 2009, anche la pandemia di coronavirus metterà al tappeto interi settori e su questi occorrerà l’intervento statale per salvare il salvabile. Gli occhi sono puntati sulle compagnie aeree e sul settore del turismo. A pesare sui conti di tutte le compagnie, dalla grandi alle low cost, non c’è solo lo stop quasi totale dei voli da qui a maggio/giugno. Viaggiare non sarà il primo bisogno che i cittadini avranno nel post-quarantena, ci vorrà ancora tempo prima di rientrare in una normalità che, nei fatti, solo un vaccino potrà dare. Per questo motivo la nazionalizzazione sarà necessaria. Non tutto sarà salvato, solo le compagnie più importanti riceveranno un sostegno corposo e questo, dal punto di vista dell’investitore, potrebbe generare importanti opportunità. Ma anche altri settori strategici vedranno lo stato protagonista, al di qua e al là dell’oceano.
Ricerca scientifica. Tutti noi siamo grati ai ricercatori. Senza di loro non avremmo a disposizione i test che, se usati correttamente, possono permettere di tenere sotto un certo livello di controllo l’epidemia. Ma la ricerca fornisce anche modelli matematici di previsione, strumenti che consentono di anticipare le mosse del virus, adattare la risposta sanitaria e, alla fine, salvare vite umane. Pur con le problematiche legate alla privacy dei cittadini, anche l’intelligenza artificiale può avere un ruolo nel tracciare e limitare l’espansione di una epidemia.
Sanità pubblica. In tutto il mondo si guarda al modello italiano come ad un modello di sanità di eccellenza, i nostri medici ed infermieri stanno ricevendo un sacrosanto tributo di gratitudine. La sanità pubblica è un tesoro che dobbiamo tenerci stretti e che occorre tornare a valorizzare. Ma la pandemia sta facendo drammaticamente emergere il problema della carenza di strutture, di strumenti ed in alcuni casi, come negli USA, la mancanza di una copertura sanitaria universale. Il dopo pandemia potrebbe, e sarebbe una bellissima notizia, riportare la sanità al centro della spesa pubblica.
Telecomunicazioni. Smart working, videochiamate per ternersi in contatto con parenti ed amici, fare acquisti; ma anche intrattenimento con videogiochi, musica, film, musei e biblioteche virtuali. La rete si sta dimostrando fondamentale in queste settimane di lockdown. E le società di telecomunicazione stanno testando la capacità di resistenza delle loro infrastrutture, mentre gli investitori dimostrano già da qualche settimana un certo interesse. Se si andrà davvero verso una nuova organizzazione del lavoro e verso nuove forme di consumo non c’è dubbio che la rete avrà un ruolo centrale. Se i dati sono il nuovo petrolio, come dice qualcuno, la rete è quell’indispensabile servizio di midstream a cui sarà bene guardare con occhio attento.
E-sports. La Formula 1, con i gran premi sospesi fino a metà giugno, ha deciso di sostituire le gare reali con gran premi virtuali. Piloti che si affrontano al simulatore, una conduzione divertente e situazioni di corsa, talvolta, molto avvincenti. Il mondo degli E-Sport, in costante crescita da qualche anno a questa parte, sta sfruttando questa finestra per farsi conoscere ad una platea più ampia che potrebbe finire con l’affezionarcisi. Certo, non sostituirà il reale – ci mancherebbe – ma lo affiancherà, diventando un nuovo canale di promozione e di pubblicità; di affari, insomma.
Questi sono solo alcuni spunti per capire come il mondo proverà ad andare oltre il coronavirus; parole chiave della “rinascita” che tutti noi ci auguriamo cominci prestissimo e che, se le scelte politiche ed economiche pubbliche lo permetteranno, sarà ricca di nuove opportunità.
Foto di Mojca JJ