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Mercato del lavoro. I primi dati di marzo in Europa

Giornata macro incentrata sul mercato del lavoro oggi, con i primi dati di marzo dall’Europa e le conferme dagli USA. Gli effetti del coronavirus sull’economia si cominciano a declinare in numeri. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Eurozona, prezzi alla produzione. A febbraio sono calati sensibilmente i prezzi alla produzione, complice la dimuzione del costo della componente energetica. A livello mensile la variazione negativa è stata dello 0.6%, con la componente energia giù di oltre due punti percentuali. Nella serie storica si tratta del maggior decremento da 8 mesi a questa parte. Su base annua il calo si attesta all’1.3%. Dati sotto le attese ed in diminuzione rispetto alle letture di gennaio (riviste anch’esse al ribasso). Sempre più chiaro che l’inflazione sarà l’ultimo dei problemi per i governi europei.

Mercato del lavoro. Spagna, cresce disoccupazione. Il primo dato europeo di un certo valore arriva dalla Spagna e riguarda l’occupazione. O meglio la mancanza di lavoro. A marzo 2020, infatti, 302 mila spagnoli sono diventati disoccupati, portando il totale a 3,5 milioni. Si tratta di un numero pari a oltre il triplo dei nuovi disoccupati di febbraio scorso. Il maggior incremento in assoluto dal 2001 ed il livello mensile più alto dal 2017. Il mercato del lavoro spagnolo è forse tra i più “flessibili” a livello europeo, ma di certo restituisce una prima dimensione dell’impatto del coronavirus e del lockdown sull’attività economica del vecchio continente. Altro dato interessante arriva dall’Austria, dove il tasso di disoccupazione schizza sopra il 12%, livello mai raggiunto dalla fine della seconda guerra mondiale. Per capire meglio gli effetti sul settore turistico basti un dato: nel comparto alberghiero la disoccupazione è salita del 167% rispetto a 12 mesi fa. Malissimo anche il settore delle costruzioni con un balzo dei disoccupati del 104% in 12 mesi.

USA, altri dati sul mercato del lavoro. Nella giornata di oggi sono arrivati nuovi dati sul fronte occupazionale americano. Il Challenger Job Cuts, una statistica sui tagli di personale annunciati dalle aziende, sale dai 56 mila tagli di febbraio agli oltre 220mila di marzo. Maggior dato mensile dal 2009 e quarto assoluto dopo i picchi del 2001/2 e del 2009. Su base annua il primo trimestre del 2020 ha visto un aumento di annunci di riduzione del personale dell’82%. Il settore più colpito? Intrattenimento e tempo libero con quasi 100 mila tagli.

Ancora più impressionante il dato dei jobless claims. La settimana scorsa è raddoppiato il numero di persone che ha richiesto un sussidio. 6,4 milioni di americani, un nuovo record dopo i 3,2 milioni di due settimane fa. La media a quattro settimane si porta a 2,612 milioni di richieste, record storico. Settore alberghiero e della ristorazione i più colpiti.

Foto di skeeze

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