Mai come in queste settimane siamo invasi da previsioni economiche di ogni genere. Non sempre però i numeri sono interpretati in maniera neutra, esistono trappole psicologiche che possono condurre a conclusioni sbagliate.
Ad occuparsi dell’argomento sono stati, fra gli altri, Hammond, Keeney e Raiffa nel 1998. In un loro studio hanno formulato quelle che possiamo definire le principali trappole psicologiche che possono inficiare le previsioni economiche.
Una prima forma di trappola viene chiamata “anchoring trap” e si tratta sostanzialmente della tendenza a dare maggior rilievo alla prima informazione che viene comunicata. Un po’ come accade nel mondo dell’informazione, quando l’impressione suscitata da una notizia non viene quasi mai del tutto eliminata da una successiva smentita.
Un secondo genere di trappola è la “status quo trap”. Si tratta della tendenza a proiettare nel futuro le osservazioni più recenti di un determinato fenomeno. Così, se nel recente passato di un determinato contesto economico si osserva un balzo positivo dell’occupazione, si accetta questo “status quo” anche nell’analisi economica che si sta conducendo, concludendo che tale tendenza proseguirà con la stessa consistenza nel futuro più prossimo.
Un altro genere di trappola è legato alle convinzioni dell’analista. In inglese viene chiamata “confirming evidence trap” ed è sostanzialmente la tendenza a dare maggior peso alle “prove” che confermano la tesi che riteniamo, a priori, più convincente.
Ci sono poi due tipologie di trappola che si genera da un opposto atteggiamento psicologico. Un analista può confidare eccessivamente nella sua previsione economica, sovrastimando l’accuratezza dell’analisi condotta. In un’analisi di scenario questo può portare a sovrastimare la probabilità di un determinato scenario rispetto ad altri. Opposta all’overconfidence trap c’è la prudence trap. In questo caso l’analista è troppo prudente relativamente ai risultati del suo studio e tende, in un certo senso, a sminuirli malgrado le evidenze siano forti.
Un’ultima trappola nella quale può incappare un analista nelle sue previsioni economiche è quella che viene denominata “recallability trap”. Questa si realizza quando un episodio del passato influisce sul modo nel quale interpretiamo i dati attuali. Ad esempio la lettura dei dati del mercato monetario americano di questi mesi potrebbe essere “perturbata” dal ricordo intenso della crisi finanziaria del 2008 e determinare previsioni più fosche di quanto indichino i “freddi” dati. Alcuni autori* ricordano come la crisi dei mercati del 1929 influì per decenni sulle valutazioni delle performance azionarie, sottostimandole.
Foto di Rudy and Peter Skitterians
*Calverley, Meder, Singer, Staub 2007