Tre sondaggi per cercare di capire quale sia la percezione dell’economia americana da parte di economisti e consumatori; quali le loro aspettative sui prossimi mesi e quali indicatori guardano per farsi un’opinione.
Il primo sondaggio è del Wall Street Journal. Il giornale newyorkese ha chiesto ad un panel di economisti di esprimere la loro aspettativa sull’andamento dell’economia e del mercato del lavoro americano. I risultati sono improntati all’ottimismo. Il 68% degli intervistati dichiara di attendersi l’inizio della ripresa economica (quindi una crescita del PIL) nel terzo trimestre del 2020. Addirittura un 22% è convinto che la ripresa sia già iniziata nel corso del secondo trimestre dell’anno. Per il panel intervistato l’economia americana dovrebbe chiudere il 2020 con un PIL in flessione del 5.9% (meglio rispetto a quanto stimato nel precedente sondaggio di maggio); la disoccupazione dovrebbe flettere rispetto all’attuale 13,9%, portandosi al 9.6%.
Per la maggioranza degli economisti intervistati, insomma, non siamo di fronte a una ripresa a V ma piuttosto ad una traiettoria a “swoosh”, vale a dire una forma simile al famoso marchio della Nike.
L’ottimismo degli economisti non sembra essere condiviso dai consumatori americani. In questo caso ci rifacciamo ad un sondaggio Gallup, condotto tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Invitati a dare un giudizio sulla condizione dell’economia americana, solo un terzo degli intervistati ritiene che la congiuntura sia buona o discreta. Lo stesso sondaggio ci da altri due dati da tenere in considerazione. Il primo è la tendenza, da febbraio ad oggi, a descrivere la condizione dell’economia a tinte meno forti. La percentuale di chi ha una percezione dell’economia americana molto negativa è passato dal 42% del febbraio scorso al 36% di inizio giugno. L’altro dato interessante riguarda il confronto con la grande depressione del 2008. Nell’ottobre di quell’anno, infatti, gli intervistati rispondevano con la peggiore delle opzioni nel 73% dei casi.
Sulle aspettative la differenza con l’opinione degli economisti è ancora più netta. Il 62% degli intervistati si attende un peggioramento; solo il 33% pensa che ci sarà un miglioramento nei prossimi mesi. Rispetto ad inizio maggio la quota degli ottimisti è leggermente cresciuta e contemporaneamente i pessimisti hanno perso 5 punti percentuali. Anche in questo caso è da notare che il “bottom” di maggio è comunque ben lontano dal record di aspettative negative registrato dal sondaggio nel giungo del 2008 (87%).
Viene infine da chiedersi su cosa basino le loro valutazioni i cittadini americani. Per rispondere a questa domanda si può dare uno sguardo al sondaggio YouGov. Il 37% dei 1500 intervistati ad inizio giugno ha dichiarato di considerare il mercato del lavoro e l’andamento della disoccupazione come il principale indicatore sulla salute dell’economia. Per il 25% un ottimo indicatore sono i prezzi dei beni e dei servizi che si acquistano, mentre solo un 10% considera l’andamento dei mercati finanziari affidabile per stabilire in che direzione stia andando l’economia. Un risultato che rimane omogeneo anche dividendo il campione per sottogruppi (sesso, età, educazione e censo).
Foto di Andreas Breitling