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Utilities ed healthcare, settori resilienti in tempi di pandemia

In un periodo di mercato nel quale le aspettative sembrano “dimenticarsi” delle prospettive di profitto, due settori – utilities ed healthcare – mostrano capacità di resilienza.

Come al solito l’ottimo Insight di FactSet è fonte di interessanti spunti di riflessione. In uno degli ultimi post, John Butters ed il suo team hanno provato a rispondere ad un semplice quesito: in questi mesi di pandemia esiste qualche settore per il quale le aspettative di profitto siano migliorate o perlomeno non peggiorate?

Da inizio anno oltre un terzo delle società quotate sullo S&P500 ha sospeso qualsiasi guidance sull’andamento dei conti. Sempre nello stesso periodo FactSet ha registrato il più alto numero di revisioni al ribasso delle previsioni sui profitti da parte degli analisti dal 1996. In un quadro del genere, quindi, non è per nulla banale domandarsi se esista qualche settore risparmiato dalla generale capitolazione.

La risposta è affermativa. Il settore delle utilities e, più staccato, quello dell’healthcare sono gli unici rappresentati nel paniere dello S&P500 ad aver mantenuto intatte per la maggior parte dei casi le aspettative sugli utili. Delle 40 società che hanno confermato le proprie guidance per il 2020, ricorda Butters, il 53% appartiene al settore delle utilities; 12 appartengono, invece, al settore dell’healthcare.

Non solo. Anche tra gli analisti il settore utilities risulta tra i meno “penalizzati”, con un taglio delle stime di profitto per azione di appena l’1.6%. Con una riduzione inferiore al 10% troviamo poi solo altri 3 settori, tra cui quello dell’healthcare.

Proprio sull’healthcare pone l’accento anche Invesco che, in un recente post, ricorda come la prospettiva per il settore negli USA sia completamente cambiata da fine 2019 ad oggi. Le stime OCSE, ricorda Ronald Zibelli, ci dicono che la spesa sanitaria statunitense, in percentuale del PIL, dovrebbe passare dall’attuale 17% al 20% entro il 2027. Tanti, secondo Invesco, gli spunti di crescita per il settore, tutti passano attraverso l’innovazione: dalle cure personalizzate alla telemedicina, dalla digitalizzazione delle informazioni sanitarie allo sviluppo di tecniche chirurgiche sempre meno invasive. Un campo d’azione vastissimo su cui l’healthcare, che ad oggi rappresenta – continua Invesco – il 34% del Russell 2000 Growth Index, può costruire valore per chi decida di investirci.

Valore che potrebbe partire già dalle basse valutazioni di mercato. Si, perchè, pur mantenendo più di tutti gli altri settori i propri obiettivi di profitto, utilities e healthcare viaggiano ancora con quotazioni negative rispetto a 12 mesi fa. Per le utilities, ci ricorda FactSet, la perdita da inzio anno è del 9.7%; sesto settore più in rosso e due punti abbondanti sopra alla media dello S&P500.

Foto di Pexels

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