Come stanno cambiando le abitudini dei consumatori nel bel mezzo della pandemia? Una domanda dalla quale dipende il futuro di molte attività economiche. Un recente sondaggio di Deloitte prova a darci qualche indizio.
L’11 marzo del 2020 l’OMS dichiarava ufficialmente la pandemia da covid-19. Sono passati oltre cinque lunghi mesi da quel giorno ed i numeri parlano (al 24 luglio) di oltre 15,7 milioni di casi accertati e più di 630 mila morti in tutto il mondo, con un ritmo di nuovi contagi giornalieri che non accenna a frenare (siamo a oltre 225 mila in 24 ore alla date del 24 luglio scorso). Numeri impressionanti. Tra lockdown, riaperture e preoccupazioni di una seconda ondata, crescono le domande sulle conseguenze che le cifre della pandemia produrranno sulle abitudini dei consumatori.
A questo proposito un’utile fonte di formazione è lo State of Consumer Traker elaborato ed aggiornato periodicamente da Deloitte. L’ultima lettura del sondaggio, condotto su un campione di 1000 consumatori sparsi in 18 paesi del mondo, ci dice due cose interessanti. Innazitutto che la reazione dei consumatori alla pandemia si sta differenziando in maniera marcata tra regioni. La seconda informazione che si apprende dallo State of Consumer Traker è che la preoccupazione dei consumatori per la situazione sanitaria è ancora di gran lunga la più sentita rispetto a quella per la situazione economica.
Uno degli indicatori elaborati all’interno dello State of Consumer Traker è il Global Anxiety Index. Agli intervistati viene chiesto di indicare se siano d’accordo o meno con l’affermazione “sono più in ansia rispetto alla settimana precedente”. Analizzando le risposte nel tempo, il Global Anxiety Index di Deloitte da una misura del grado di ansietà dei consumatori nei vari paesi. L’aggiornamento di luglio mostra come nei paesi europei l’ansia tenda a sfumare, molto in Germania e Olanda, lievemente in paesi come Italia e Spagna. Al contrario, cresce l’angoscia in paesi come l’India, il Cile, la Cina (un po’ a sorpresa) e gli USA.
E facile interpretare il dato. Un maggior senso di affannosa incertezza è presente in quei paesi nei quali la pandemia di covid-19 sembra essere ancora fuori controllo. In Europa, tra contagi sotto controllo e riapertura delle attività economiche, la situazione “emotiva” dei consumatori sembra nettamente migliorare. Sembrano banalità ma occorre sempre ricordare che l’umore dei consumatori ha riflessi importanti sulla capacità di giungere rapidamente ad una ripresa economica.
Volgendo lo sguardo verso il futuro, dal campione di consumatori intervistato, emerge una maggior preoccupazione per la propria situazione sanitaria rispetto alle possibili difficoltà economiche. Anche in questo caso le differenze geografiche sono consistenti. Se il quadro risulta molto tranquillizzante per paesi quali la Germania e l’Olanda, lo stesso non si può dire per paesi quali l’India, il Messico e la Cina, dove oltre alla preoccupazione per la pandemia è evidente anche una forte incertezza sotto il punto di vista finanziario.
Il sondaggio è uno scrigno di molti altri dati, facilmente consultabili da questa infografica.
La conclusione che se ne può trarre è che, pur con forti differenze geografiche, il comportamento dei consumatori rimane orientato verso la prudenza. Notano da Deloitte come, fintanto che le preoccupazioni per la propria salute contineranno ad essere predominanti, sarà molto difficile tornare a vedere i comportamenti di consumo pre-crisi. Così i consumi si concentrano su beni non discrezionali e, anche di fronte ad un massiccio stimolo fiscale, il sondaggio ci dice che la percentuale di risparmio tende ad aumentare, anche considerando solo i paesi nei quali la pandemia è ampiamente ritenuta sotto controllo. In Germania è cresciuta del 2%, in Olanda – sempre loro – addiruttura del 13% .
Foto di Willfried Wende