Sfondo scuro Sfondo chiaro

Eurozona, fiducia operatori economici migliorata in dicembre

Nell’Eurozona la fiducia degli operatori economici è migliorata in dicembre, con la manifattura particolarmente ottimista. Negli USA segnali negativi dal mercato del lavoro, con il calo del conteggio ADP di ieri e le richieste di sussidio che rimangono ancora molto elevate. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

La giornata di ieri. L’attività economica nell’eurozona è rimasta a dicembre in zona contrazione – a 49.1 il PMI composite – ma in miglioramento rispetto a novembre. La Germania chiude l’anno addirittura in zona espansione, a 52 il PMI composite. Negli USA gli indici PMI del settore servizi e composite hanno segnato un calo a dicembre, rimanendo però in zona espansione. Altri due dati importanti: il conteggio ADP indica un calo degli occupati a dicembre di 123 mila unità. Si tratta del primo calo da aprile 2020, segno evidente di uno stallo nel mercato del lavoro che solo una ripresa della domanda ed un allentamento delle restrizioni può sbloccare; gli ordini all’industria a novembre sono cresciuti dell’1% (0.8% escluso settore trasporti), si tratta del settimo mese consecutivo di crescita.

Eurozona, fiducia operatori economici migliora in dicembre. A sorpresa la fiducia degli operatori economici è aumentata a dicembre nell’Eurozona. L’European Commission sentiment index è salito a quota 90.4 dall’87.7 del mese precedente, quattro decimali sopra le attese, miglior lettura da settembre scorso. E’ soprattutto l’industria a registrare l’ottimismo più marcato, seguita dai consumatori. Soffrono ancora i servizi ed il comparto del retail. Sul fronte nazionale sono da evidenziare le performance di Italia e Spagna, qui l’indice della fiducia è cresciuto rispettivamente del 6.8% e del 3.3%. Sostanzialmente stabile il “morale” tra gli operatori economici tedeschi.

Eurozona, prezzi e vendite al dettaglio in calo. In dicembre l’inflazione dell’Eurozona rimane con il segno meno, segnando per il quarto mese consecutivo un -0.3% su base annua, un decimale in più rispetto alle attese. A guidare il ribasso sempre il comparto energia, mentre salgono i prezzi di alimentari e tabacco. L’indice core rimane sui minimi storici, a +0.2%, lontano anni luce dai target BCE. A livello mensile dicembre ha segnato comunque il rialzo dei prezzi più pronunciato da giugno 2020.

Chiude male il 2020 anche il settore costruzioni. Il PMI di dicembre cala a 45.5, segnando il 10° mese consecutivo in zona contrazione. Particolarmente significativo il calo nelle costruzioni commerciali, più leggera la discesa sul fronte residenziale.

Germania, ordini all’industria. Settimo mese consecutivo di crescita a novembre scorso per gli ordinativi all’industria tedesca. Il dato, +2.3% su base mensile, batte le attese che erano assestate su un calo dell’1.2%. In crescita sia la domanda interna che quella estera, prevalentemente dalla zona euro (+6%). Si irrobustisce il saldo rispetto a febbraio scorso, a +4%.

USA, mercato del lavoro. Poche novità sul fronte delle richieste di sussidio. Nella settimana del capodanno le nuove richieste sono state 787 mila, appena 3 mila in meno di 15 giorni fa ed ancora largamente sopra quota 600 mila (il top della precedente crisi finanziaria). A queste vanno aggiunte le 310 mila richieste al Pandemic Unemployment Assistance scheme. La media a 4 settimane dei jobless claims rimane sopra quota 800 mila. I sussidi continuativi, al 26 dicembre, sono scesi per la quinta settimana consecutiva, a 5,07 milioni. A dicembre 2020 le imprese americane hanno annunciato altri 77 mila tagli di personale, in salita rispetto ai 64 mila di novembre. Per l’intero 2020 il numero di tagli di posti di lavoro annunciati ha raggiunto la cifra record di 2,304 milioni.

USA, ISM non manifatturiero. Settimo mese consecutivo in area espansione per l’indice ISM servizi di dicembre. Il 57.2 dell’ultimo mese del 2020 supera le attese, migliora il dato di novembre e segna il miglior risultato da settembre. Bene nuovi ordini ed attività, mentre torna in zona contrazione la componente occupazione. Si stempera la pressione sui prezzi, conseguenza delle chiusure di fine anno causa covid-19.

Canada, PMI Ivey frena a dicembre. Secondo mese di calo consecutivo e peggior dato da maggio 2020. L’indice dell’attività economica canadese ha chiuso l’anno con grossi nuvoloni grigi, effetto della nuova ondata di covid-19 e delle conseguenti restrizioni. A dicembre è 46.7, ritorno in zona contrazione dal 52.7 di novembre.

Foto di Peter H

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Pandemia. Altri pesanti segnali sul fronte delle disuguaglianze sociali

Post successivo

2020 e cambiamento climatico: pochi i progressi compiuti dai governi mondiali

Pubblicità