Lunedì con focus sulla Cina e sul suo PIL che nel 2020 è cresciuto del +2.3%, unico segno più tra le grandi economie mondiali. Questo ed altro nella prima K Briefing della settimana.
Focus Cina, PIL 2020 a +2.3%. Tanti i dati macro dalla Cina in questo lunedì. Partiamo con il più significativo: la crescita dell’economia cinese nell’ultimo trimestre dell’anno scorso è stata del 6.5% su base trimestrale, un livello che non si vedeva dalla fine del 2018. Su base annua il PIL segna un +2.3%, con la Cina che rimane l’unica grande economia a chiudere in positivo il 2020 e l’unica ad aver sperimentato una ripresa a V. Ricordiamo però che su quel 2.3% pesa, in termini di decimali, l’aggiustamento verso il basso del PIL 2019, ne avevamo scritto qualche settimana fa.
Anche se il 2020 rimane il peggior anno dal 1980 ad oggi, la Cina approfitta dello scivolone generale delle altre grandi economie ed aumenta la sua quota di PIL globale prodotto (un punto percentuale in più nel 2020, fino al 14.6%). Per Nomura è possibile un sorpasso agli USA già dal 2028.
Tra gli altri dati va segnalato quello delle vendite al dettaglio di dicembre, in leggera flessione rispetto al mese precedente ma pur sempre in crescita per il quinto mese consecutivo: +4.6% su base annua. Nono mese consecutivo di crescita per la produzione industriale, che a dicembre tocca i massimi dalla fine del 2019 a +7.3% su base annua, in definitiva nel 2020 la produzione industriale cinese è cresciuta del 2.8%. La capacità utilizzata dall’industria sale al 78% nel 4° trimestre 2020, sopra ai livelli pre-pandemia, terzo trimestre consecutivo in crescita. Continuano a crescere anche gli investimenti fissi: + 2.9% nel 2020, con un balzo degli investimenti privati (+5%) ed una costante salita di quelli statali (+2.9%).
Infine il dato sulla disoccupazione, che a dicembre è rimasta stabile al 5.2%.
Germania, Bundesbank vede ritorno inflazione. Il report della banca centrale tedesca indica una ripresa dei prezzi al consumo a partire già da gennaio, elemento che interromperebbe la lunga caduta dell’inflazione da primavera scorsa. La scadenza del provvedimento che aveva tagliato l’IVA dovrebbe tradursi, anche se non completamente, in un rialzo dei prezzi. La Buba si dice inoltre ottimista sul fronte della crescita, con le restrizioni imposte a cavallo tra 2020 e 2021 che – se non prolungate a lungo – dovrebbero incidere debolmente sui prossimi 12 mesi.
Foto di wei zhu