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Inflazione stabile negli USA a gennaio, rallenta in Cina

Giornata macro con tanti dati sull’inflazione di gennaio: stabile negli USA ed in calo – a sorpresa – in Cina. Male produzione industriale francese a dicembre. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Australia, fiducia consumatori sale febbraio. Cenni di ottimismo da parte dei consumatori australiani, l’indice della fiducia risale a febbraio a quota 109.1 dal 107 di gennaio. Il dato è migliore della attese e rappresenta la seconda miglior rilevazione da sei mesi a questa parte.

Inflazione in Cina rallenta a sorpresa. A gennaio i prezzi al consumo in Cina hanno segnato un calo su base annua dello 0.3%, peggio delle attese che erano per una variazione nulla. Su base mensile i prezzi avanzano dell’1%. A trainare il ribasso i prezzi dei trasporti giù del 4.6%, mentre i prezzi dei beni alimentari segnano il maggior rialzo da tre mesi a questa parte, con un +1.6%.

Francia, produzione industriale negativa a dicembre. La produzione industriale francese ha chiuso dicembre scorso con una variazione negativa dello 0.8% su base mensile. Si tratta del secondo segno meno consecutivo, peggior lettura dall’aprile del 2020. Le attese erano per un aumento dello 0.2%. La pandemia, dal febbraio 2020, ha ridotto la produzione industriale del 4.9%.

Brasile, dicembre male per le vendite al dettaglio. Tonfo del 6% su base mensile delle vendite al dettaglio brasiliane a dicembre 2020. Secondo mese consecutivo con il segno meno, peggior dato dall’aprile scorso. Cali oltre i 10 punti percentuali per le vendite di articoli per la persona, per la casa ed abbigliamento. Su base annua il saldo rimane positivo, con una crescita dell’1.2%, il 2020 si è chiuso con una crescita complessiva dell’1.2%, ben sei decimali in meno rispetto al 2019.

USA, inflazione stabile a gennaio. L’inflazione negli USA rimane stabile a gennaio con una variazione annua dell’1.4%, un decimale sotto le attese del mercato. Su base mensile il progresso è stato dello 0.3%. Ad aumentare sono soprattutto le componenti volatili, carburanti e alimentari, mentre rimangono deboli le altre. Come diretta conseguenza si registra un calo dell’inflazione core, che passa dall’1.6% di dicembre all’1.4%; dato più basso da giugno del 2020 e lontanissimo dalla soglia del 2% fissata dalla FED.

Foto di pasja1000

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