Uno dei fattori sui quali dovrebbe poggiarsi la ripresa economica post pandemia è sicuramente il corposo gruzzolo, anzi la montagna di soldi, che una sostanziosa parte di famiglie è riuscita a risparmiare durante i mesi di lockdown.
Per molte famiglie i mesi di lockdown sono stati anche un periodo nel quale è aumentata notevolmente la dotazione di liquidità. La scomparsa di molte voci di spesa da un lato, e la volontà di aumentare la quota di risparmio precauzionale dall’altro, hanno portato ad accantonare un gruzzolo consistente. In Gran Bretagna, in cima alla classifica dei risparmi accumulati, le famiglie possono contare su un tesoretto da 250 miliardi di sterline. Nell’intera Unione Europea si arriva a qualcosa come 500 miliardi di euro (quasi due PNRR italiani). Ora gli economisti sperano che questa montagna di soldi possa trasformarsi in una crescita robusta dei consumi. Sarà davvero così?
A darci qualche informazione utile al proposito è il risultato di un sondaggio condotto da YouGov nel mese di maggio scorso. Il campione è decisamente significativo: 19 mila intervistati di 17 nazioni sparse per il globo.
Qualche dato. In media il 20% del campione intervistato ha riferito di essere riuscito a mettere da parte denaro extra durante la pandemia. Una percentuale che varia moltissimo da paese a paese. In Gran Bretagna si arriva quasi ad 1 intervistato su 3, paesi come Germania, USA, Francia, Danimarca e Svezia veleggiano sopra la media generale. Ma la percentuale di chi è riuscito a risparmiare scende notevolmente in paesi come l’Italia (circa un 10%), la Polonia ed il Messico.
Scorrendo i tanti dati messi a disposizione da YouGov si può provare anche a capire se davvero questa massiccia quota di risparmio addizionale si trasformerà in consumi. La risposta è incerta. Soltanto un intervistato su sei dice di voler svuotare l’intero salvadanaio, mentre quasi un intervistato su due si dice pronto ad utilizzarne una parte per aumentare le spese.
Ciò che traspare dal sondaggio, e non è una novità, è la forte disomogeneità di questi dati. Se nel complesso emerge un deciso ottimismo sulla propria situazione finanziaria da qui ai prossimi mesi, non passano inosservati i dati di alcuni paesi. Ad esempio in Italia e in Polonia la pandemia ha peggiorato la situazione finanziaria di due intervistati su cinque, percentuali di molto superiori rispetto ad altri paesi europei, in particolare quelli nordici.
Foto di Bruno /Germany