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Le domande improvvise. Cos’è il Fed Model?

Il Fed Model è un modello di valutazione dei mercati azionari che mette a confronto l’ Earning Yield con il rendimento dei titoli di stato a lungo termine.

Il 22 luglio del 1997 nel corso del consueto HumphreyHawkins report al Congresso degli Stati Uniti, vennero presentati i risultati di un report. In questo studio gli economisti della banca centrale statunitense avevano confrontato l’andamento dei rendimenti dei titoli di stato a 10 anni e quello del rapporto tra Utile e prezzo per azione (Earning Yield) delle società quotate sullo S&P500. La conclusione era interessante: tra il 1982 ed il 1997 le due grandezze avevano mostrato un forte correlazione positiva.

Da questi dati, per opera soprattutto di Edward Yardeni, è nato quello che oggi è conosciuto come Fed Model, un modello di valutazione dei mercati azionari che ha avuto un grande successo negli anni 90 dello scorso secolo, ma che è sempre stato accompagnato da un consistente seguito di critiche.

Cosa dice il Fed Model? Sostanzialmente il modello ipotizza che il rendimento dei titoli di stato nel lungo termine debba essere uguale all’Earning Yield atteso a 12 mesi delle azioni quotate sullo S&P500. Se questo equilibrio non è presente, allora significa che il mercato azionario è sopravvalutato o sottovalutato. In particolare il Fed Model dice che:

  1. Il mercato azionario è sottovalutato se l’Earning Yield atteso dei titoli dello S&P500 è maggiore del rendimento dei titoli di stato a 10 anni.
  2. Il mercato azionario è sopravvalutato se l’Earning Yield atteso dei titoli dello S&P500 è inferiore al rendimento dei titoli di stato a 10 anni.

La logica del sistema di valutazione è basata sull’idea che il prezzo di un’azione sia sostanzialmente l’attualizzazione del flusso di profitti attesi nel futuro. In altre parole gli utili che si ipotizza verranno percepiti nel futuro vengono “portati” alla data attuale scontandoli per un determinato tasso di interesse. Più è alto il tasso di interesse utilizzato per lo sconto, è più il valore risultante dall’attualizzazione sarà basso. Trasportando il concetto nel Fed Model, un aumento dei tassi di interesse (e quindi dei rendimenti dei titoli di stato) farà diminuire il valore dei profitti futuri attualizzati e di conseguenza i prezzi delle azioni dovranno adattarsi, scendendo. Discorso opposto nel caso in cui i tassi di interesse scendano. In altre parole: se il rapporto Utile/Prezzo è inferiore al rendimento del titolo di stato a 10 anni per tornare all’equilibrio (Utile/Prezzo = rendimento titollo di stato) il primo dovrà salire e per salire occorrerà che il prezzo (il denominatore del rapporto) scenda.

Come detto in precedenza il Fed Model ha da subito incontrato molte critiche. E si tratta di critiche assolutamente giustificate. La prima grossa pecca del modello sta in una delle sue ipotesi di partenza: la perfetta sostituibilità tra azioni e titoli di stato. Si tratta di una forte semplificazione, nessun investitore considera equivalenti queste due attività finanziarie. A seconda che sul mercato prevalga un sentimento favorevole al rischio (risk-on) oppure no, la preferenza degli investitori andrà verso le azioni o verso le obbligazioni.

La seconda grande critica al modello riguarda la mancata considerazione de differente effetto inflazione sulle due grandezze considerate. I rendimenti dei titoli di stato sono valori nominali, ossia incorporano al loro interno anche il premio per l’inflazione attesa. Viceversa l’Earnig Yield è basato sui prezzi attuali ed è quindi un valore reale. Andrebbe quindi utilizzato un rendimento dei titoli reale, al netto delle aspettative di inflazione.

Altra critica mossa al modello è legata all’utilizzo delle attese di utili a 12 mesi, una scelta che non tiene in considerazione, come invece fanno i prezzi delle azioni, delle possibili future opportunità di utili oltre i 12 mesi.

In definitiva gli studiosi sono concordi nel dare poco peso alla funzione predittiva del Fed Model, tuttavia questo modello ha comunque un suo valore nel descrivere il comportamento del mercato azionario a fronte di una variazione dei tassi di interesse. In altre parole il modello conferma che una diminuzione dei tassi di interesse rende più attrattivo il mercato azionario. Da un altro punto di vista possiamo dire che bassi livelli di inflazione sono collegati a bassi livelli di Earning Yield.

Foto di Pexels

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