La decisione di un paio di settimane fa da parte della banca centrale della Corea del Sud ha sopreso i mercati e riacceso i riflettori sulla delicata situazione delle economie emergenti.
Nel bel mezzo della pausa agostana la Banca centrale della Corea del Sud ha deciso di alzare i tassi di interesse, portando il riferimento dei repo a sette giorni dallo 0.5% allo 0.75%. Una decisione che ha sorpreso i mercati finanziari e che il board dell’istituto centrale ha motivato citando l’aumento dell’inflazione, dei prezzi dell’immobiliare e del livello di indebitamento delle famiglie sudcoreane.
I dati sono del resto significativi: per quel che riguarda i prezzi al consumo, la stima della banca centrale di Seul è salita per il 2021 dall’1.8% al 2.1%; i prezzi delle abitazioni sono saliti del 50% dal 2017 ad oggi, +14% solo dal luglio 2020 a luglio 2021. Infine il rapporto tra debito privato e PIL è salito al 105% (+10% a giugno su base annua), portando la Corea del Sud al secondo posto dietro all’Australia in questa speciale classifica nell’area del Pacifico.
Numeri che secondo il govenatore della banca centrale, Lee Ju-yeol, preoccupano molto di più dell’avanzata della variante Delta e dell’ancora basso tasso di vaccinazione del paese (26%). La crescita economica sudcoreana nel 2021, alimentata dalla domanda internazionale, dovrebbe confermarsi – stando sempre alle proiezioni del board – ad un sostanzioso +4%.
La mossa sudcoreana sembra andare in controtendenza rispetto all’orientamento delle altre economie dell’area. In Cina continua l’iniezione di liquidità attraverso l’incentivazione di prestiti a famiglie ed imprese; in Nuova Zelanda l’aumento dei tassi di interesse è stato congelato di fronte all’arrivo di una nuova ondata di contagi da variante Delta. Seul sembra temere molto di più l’aumento dei prezzi che quello dei contagi.
Questo andamento a ranghi sparsi mostra in maniera piuttosto chiara la delicata situazione delle economie emergenti, soprattutto quelle asiatiche, di fronte all’evoluzione della pandemia e dei suoi effetti macroeconomici. Le autorità fiscali e monetarie si trovano a camminare sul filo, sospese tra le fiammate di inflazione e di debito privato e quelle di contagi, provando a spegnere le prime senza intaccare la crescita economica, e sperando al contempo che la crescita dei casi a livello globale non vada a rallentare la domanda internazionale.
Foto di Kibeom Kim