In Germania la fiducia dei consumatori sale a sorpresa per novembre, ma è l’effetto inflazione a trainare il dato. In Canada, fine del QE e tassi invariati sono le decisioni della riunione odierna. Questo ed altro nella K Briefing di metà settimana.
Australia, inflazione in settembre. Nel terzo trimestre i prezzi al consumo in Australia hanno fatto registrare un aumento del 3% su base annua e dello 0.8% su base trimestrale. Il dato tendenziale è inferiore a quello del periodo precedente ed un decimo sotto le attese del mercato. Su base congiunturale, invece, l’incremento dello 0.8% è uguale a quanto registrato nel periodo precedente. Il dato trimmed, vale a dire senza le variazioni di prezzo più elevate, si porta a +2.1% su base annua, il maggior incremento dall’ultimo trimestre del 2005.
Germania, fiducia consumatori sale a sorpresa in novembre. L’indice di fiducia dei consumatori tedeschi ha registrato un inaspettato aumento per il mese di novembre. Ma attenzione, nello 0.9 punti dell’indice Gfk – 5 decimi in più di ottobre – c’è una realtà molto meno ottimistica. La crescita, infatti, è dovuta ad un aumento della propensione agli acquisti, a sua volta dovuta alla volontà dei consumatori di anticipare eventuali futuri aumenti dei prezzi. Le aspettative sui redditi e sulla situazione economica, invece, scendono rispetto a ottobre.
Germania, prezzi delle importazioni ancora in salita. Ancora un mese di salita, quello di ottobre, per i prezzi delle importazioni tedesche. Su base mensile la variazione è stata dell’1.3%, un decimo oltre le attese. A trainare la crescita i costi dell’energia, saliti del 107% su base annua. Incrementi ben superiori al 50% annuo anche per metalli industriali e legno.
Francia, cala fiducia consumatori in ottobre. Fiducia in calo per i consumatori francesi nel mese di ottobre. L’indice che la misura scende a quota 99 dal 101 di settembre. Peggiorano le voci principali del sondaggio: dalle aspettative di reddito alla propensione agli acquisti. Aumenta ancora l’aspettativa di inflazione. Del resto, in settembre, i prezzi alla produzione hanno registrato un robusto +1.7% su base mensile, quasi il triplo delle attese; +3.3% per il petrolio.
USA, ordini di beni durevoli in settembre. Primo segno meno dall’aprile scorso per gli ordini di beni durevoli negli USA. A settembre è -0.4% su base mensile, meglio delle previsioni (-1.1%). Il dato è fortemente influenzato dalle difficoltà di reperire materie prime e componenti. Il calo è considerevole soprattutto per il settore dell’aviazione civile e per quello automotive. Considerando gli ordini al netto del settore difesa e degli aerei, un indicatore della propensione all’investimento delle aziende, la variazione mensile è del +0.8%, tre decimi meglio del mese precedente.
USA, scorte al dettaglio. Nel mese di settembre le scorte dei negozi al dettaglio hanno continuato ad aumentare. +0.6% rispetto al mese precedente e +9.9% rispetto al settembre dello scorso anno.
Canada, tassi invariati e fine QE. La banca centrale canadese lascia i tassi invariati allo 0.25% ma, cosa importante, decide di mettere la parola fine al QE. D’ora in avanti gli acquisti di titoli saranno effettuati solo per sostituire quelli a bilancio in scadenza. Sul fronte macro il board rivede al ribasso le stime di crescita per il 2021 (ora 5% dal 6%) e ammette che le pressioni inflazionistiche sono più persistenti del previsto.
Foto di Lucas Wendt