Sfondo scuro Sfondo chiaro

Giappone, inflazione sale ai massimi dal 2019, ma BoJ rimane ferma

Nel mese di febbraio l’inflazione in Giappone è salita ai massimi dal 2019, spinta soprattutto dai prezzi dei beni alimentari. La BoJ, intanto, conferma la sua politica monetaria espansiva. In Canada buon dato, seppur temporaneo, delle vendite al dettaglio. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Giappone, inflazione sale ai massimi dal 2019, ma BoJ rimane ferma. Nel mese di febbraio l’inflazione in Giappone è salita al +0.9% su base annua, il livello più alto dall’aprile del 2019, quattro decimi in più rispetto al mese di gennaio. A crescere in maniera sostanziosa sono stati i prezzi dei beni alimentari, con un variazione del 2.8% su base annua, la più alta da quattro anni a questa parte. Tolta la componente più volatile dei prezzi (energia e cibo), il Giappone rimane in zona deflazione con l’indice core al -1%. Anche per questo motivo la banca centrale ha deciso di mantenere inalterata la propria politica monetaria a tassi negativi. Il board della BoJ riconosce i miglioramenti dell’economia giapponese negli ultimi periodi, ma le incertezze rimangono elevate (crisi Ucraina in testa).

Eurozona, ritmo crescita salari rallentato nell’ultimo trimestre del 2021. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno il costo del lavoro nell’Eurozona è salito dell’1.9% su base annua, in flessione rispetto al trimestre precedente (+2.5%). I salari hanno registrato una crescita dell’1.5% su base annua, molto meno della variazione dell’inflazione nello stesso periodo. L’aumento più forte del costo del lavoro si è registrato nel settore dei servizi, seguito da costruzioni e manifattura.

Russia, banca centrale conferma tassi al 20%. La banca centrale russa conferma i tassi al 20%, mossa che secondo il board ha consentito di evitare l’instabilità finanziaria del paese all’indomani dell’intervento in Ucraina e di bloccare una crescita fuori controllo dei prezzi. Sul capitolo inflazione la banca stima un ritorno al 4% nel 2024.

Canada, vendite al dettaglio sopra le attese a gennaio. Nel mese di gennaio le vendite al dettaglio in Canada hanno registrato un inatteso +3.2% su base mensile, spinte soprattutto dagli acquisi di automobili (+5.3%). Secondo una prima stima la spinta agli acquisti non si sarebbe confermata anche nel mese di febbraio. Il mese scorso, infatti, le vendite al dettaglio dovrebbero aver registrato un -0.5% su base mensile.

USA, vendite case esistenti nel mese di febbraio. Calo consistente delle vendite di case esistenti negli USA a febbraio. Un -7% rispetto al mese precedente che porta il totale delle vendite ad un dato destagionalizzato annuo di 6.02 milioni, il livello più basso da sei mesi. Se la disponibilità di case aumenta leggermente (ora ci voglio 1,7 mesi per vendere tutto lo stock in offerta), continua invece a salire il prezzo medio per abitazione. Oramai sono 120 mesi consecutivi di aumento, +15% su base annua a quota 375,3 mila dollari. Ed è proprio la ridotta possibilità di far fronte a tali cifre a raffreddare il mercato, considerando che il tasso medio dei mutui trentennali è tornato sopra il 4%, togliendo dal mercato una buona fetta di possibili acquirenti.

Foto di cplz99atcsnilyk

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Settore trasporto merci via mare, vittima e carnefice nel cambiamento climatico

Post successivo

Stock picking, 2021 altro anno di passione

Pubblicità