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La guerra dell’acqua

Nella storia dell’uomo l’acqua è sempre stata elemento scatenante di conflitti o strumento di guerra. I cambiamenti climatici rischiano di esacerbare il fenomeno. Lo suggeriscono i numeri del Water Conflict Chronology.

Sul sito di www.worldwater.org è disponibile un’interessante mappa interattiva. Il globo terrestre è disseminato di puntini rossi, 1297 per la precisione, ognuno dei quali rappresenta un evento bellico collegato in qualche maniera all’acqua. Si parte dal primo scontro di cui si abbia una traccia storica, quello tra i regni di Lagash e Umma nel 2500 AC. In quell’episodio il re di Lagash fece deviare i canali d’acqua della zona per privare della fondamentale risorsa idrica il nemico. E si arriva fino ai giorni nostri, in Ucraina, dove entrambe gli eserciti – come ricorda l’Economist – colpiscono depositi idrici per fiaccare l’avversario.

Questa gigantesca opera di ricerca da parte del Pacific Institute ci ricorda come l’acqua sia da sempre al centro dei conflitti tra popoli, a volte è stata la causa dello scoppio di sommosse o di una guerra, altre volte si è trasformata in arma (la martoriata città di Aleppo in Siria o Mariupol nel conflitto ucraino ne sono gli ultimi drammatici esempi). Molto spesso i depositi idrici finiscono nel lungo elenco delle “casualties“, esponendo la popolazione civile al rischio di epidemie ed avvelenamenti.

Quello che l’ultimo aggiornamento del Water Conflict Chronology ci dice è che la frequenza dei conflitti collegati in qualche modo all’acqua sta aumentando. Dei quasi 1300 episodi registrati dal database curato dal Pacific Institute, 127 sono accaduti nel 2021 e nell’anno in corso sono già 22. Ed il cambiamento climatico non può che portare ad una ulteriore esclation, avendo tra i suoi effetti quello di rendere l’acqua sempre più scarsa, le siccità sempre più prolungate ed escludendo quasi completamente intere fasce di popolazione dall’approvigionamento idrico. Negli ultimi 20 anni, ricorda Peter Gleick al New York Times, la frequenza di manifestazioni di protesta e di sommosse per la scarsità d’acqua sono notevolmente aumentate. Nello stesso arco temporale un quarto dei conflitti legati all’acqua si sono verificati nelle tre zone del pianeta a maggior rischio siccità: Medio Oriente, Asia del sud e Africa sub-sahariana. Ed ovviamente non è un caso.

Come ricorda sempre il New York Times, uno studio del United Nations University calcola in 500 milioni il numero di persone che soffrono di difficoltà nell’approvigionamento idrico nel continente africano. Dei 19 paesi africani coinvolti in questa crisi i primi tre sono Ciad, Niger e Somalia. Nomi che abbiamo molto spesso sentito associati alla parola guerra.

I cambiamenti climatici non sono solo eventi atmosferici estremi e temperature in salita, ma riguardano – forse non l’abbiamo ancora del tutto compreso – l’uomo e le sue società, i rapporti tra i popoli e dunque anche gli inevitabili (o forse no) conflitti.

Foto di 9078815

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