Sfondo scuro Sfondo chiaro

Australia, bene mercato del lavoro ad aprile

Nel mese di aprile la disoccupazione in Australia è rimasta ferma al 3.9%, confermando il buon momento del mercato del lavoro. Negli USA segnali di raffreddamento dalla manifattura e dal mercato immobiliare. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Giappone, nono mese consecutivo di deficit per la bilancia commerciale. Nel mese di aprile la bilancia commerciale giapponese ha registrato un deficit di 839 miliardi di yen, un valore più basso di quanto ci si aspettava, anche se si tratta pur sempre del nono mese consecutivo con un segno meno. Le importazioni sono cresciute a ritmo praticamente doppio rispetto alle esportazioni. Su base annua l’export ha fatto registrare un +12.5%, mentre l’import è cresciuto del 28.2% (toccando un nuovo record storico per valore).

Australia, bene mercato del lavoro ad aprile. Il tasso di disoccupazione in Australia è rimasto anche nel mese di aprile sul minimo storico del 3.9%, in linea con le attese e dimostrazione del buon stato di salute del mercato del lavoro aussie. I posti di lavoro a tempo pieno sono aumentati di oltre 90 mila unità, risultato in gran parte controbilanciato dalla riduzione degli impieghi part-time. Il risultato netto è un +4mila occupati, valore che è inferiore alle attese del mercato. Cala di un decimo anche il tasso di partecipazione.

Sud Africa, nuova stretta sui tassi. Quarto rialzo consecutivo dei tassi per la banca centrale sudafricana. Il riferimento passa dal 4.25% al 4.75%, maggior rialzo da oltre sei anni. La decisione, attesa, arriva all’indomani della pubblicazione dei dati sull’inflazione, dati che rimangono su livelli elevati. La banca ha anche tagliato di tre decimi le stime di crescita per il 2022, portandole al +1.7%.

Gran Bretagna, ordinativi all’industria reggono. Il Confederation of British Industry‘s order book balance rimane in positivo anche nel mese di maggio e torna ai valori di due mesi fa, a quota 26. Le imprese registrano un incremento degli ordini e della produzione, ma allo stesso tempo i maggiori costi impongono un aumento sempre più generalizzato dei prezzi. Il morale dell’industria ha visto senza dubbio momenti migliori: le aspettative per i prossimi mesi sono sensibilmente peggiorate, così come la propensione all’investimento ha subito una certa frenata.

USA, mercato del lavoro. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute più delle attese la scorsa settimana: 218 mila contro le 200 mila previste e le 197mila (riviste al ribasso) di 15 giorni fa. Si tratta del numero più alto da fine gennaio scorso, ma si tratta di numeri fisiologici per un mercato del lavoro che al momento rimane molto caldo. La media a 4 settimane rimane sotto la soglia dei 200 mila, mentre il numero dei sussidi continuativi continua a scendere (7° settimana di calo consecutiva), a quota 1,317 milioni.

USA, Philly Fed di maggio. Brusco calo per l’indice che monitora la salute dell’attività manifatturiera nell’area di Philadelphia. Il Philly Fed crolla a 2.6 punti dai 17.6 del mese precedente; ben distante dalle attese (16). Il che significa che la fase espansiva del manifatturiero continua, ma che il ritmo è nettamente diminuito. In calo le componenti relative alla produzione ed all’occupazione, mentre sale quella degli ordini. Frenata importante per la componente collegata agli investimenti, conseguenza di una diminuita fiducia degli operatori. L’unico numero in calo che va letto in positivo è quello dei prezzi. La pressione inflazionistica rimane molto alta ma la componente torna sotto quota 80 dopo due mesi.

USA, vendite case esistenti nel mese di aprile. Terzo mese di calo consecutivo per la vendita di case esistenti negli USA. Ad aprile è -2.4%, meglio dei due mesi precedenti e delle attese, ma pur sempre il segnale che il mercato immobiliare, tra prezzi, tassi dei mutui e mancanza di offerta, inizia a raffreddarsi. Delle tre variabili le prime due sembrano le maggiori indiziate del calo, visto che lo stock è tornato a salire (+10% rispetto a marzo, sopra il milione). Il prezzo medio di un’abitazione è salito del 14.8% in 12 mesi.

Foto di Rebecca Lintz

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Cash is trash, ma non in questo momento

Post successivo

Surriscaldamento climatico ed imprese. Un legame di lungo periodo

Pubblicità