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Investitori e aspettative di recessione USA

Le aspettative degli investitori si muovono verso una scenario di recessione per l’economia USA, l’andamento dei mercati riflette questo nuovo atteggiamento.

Dietro ogni movimento dei mercati finanziari c’è, o dovrebbe esserci, un ragionamento collegato ad una qualche aspettativa. In altre parole quello che accade oggi a prezzi di azioni, obbligazioni e via discorrendo non è altro che la trasposizione di quanto si pensa possa capitare domani ad una società, ad un’economia o ad altre variabili finanziarie.

Messa così, la domanda che ci si deve porre di fronte a questa profonda giravolta dei mercati non è quanto durerà o quanto ancora può scendere quel tal listino, ma che cosa sta spingendo gli investitori ad agire in questa maniera. Di sceriffi in città non ce ne sono molti, e viene piuttosto facile indicare nella FED e nella sua politica monetaria l’elemento chiave per capire come si stanno muovendo le aspettative degli investitori. Si, c’entrano i rialzi dei tassi di interesse. E c’entra soprattutto un loro possibile effetto collaterale: la recessione. In parole povere: spingi i tassi verso l’altro, la gente spende meno, le imprese investono meno e di consenguenza la crescita del PIL si fa sempre più sottile, fino ad arrivare alla contrazione.

A latere siede l’inflazione. Perchè la motivazione che ha spinto la FED, e molte altre banche centrali, a riprendere in mano la questione tassi è proprio il carovita cresciuto (o lasciato colpevolmente crescere) troppo negli ultimi mesi. Negli USA quando si parla di lotta all’inflazione la mente va subito ai primi anni 80, alla robusta manovra di Volcker ed alla pesante recessione che costò la vittoria sul rialzo dei prezzi. E facendo qualche ulteriore passo indietro, dubitando sulla capacità FED di risolvere in fretta la grana prezzi, a molti viene in mente la tremenda accoppiata tra alta inflazione e crescita stagnante (la stagflazione) che tra gli scenari è il più pessimistico dei pessimistici (esclusi i cigni neri).

In questo quadro non è difficile immaginare come si siano andate modificando le aspettative degli investitori. E per capirlo basta guardare a due dati: l’andamento dei mercati azionari e – ancor più interessante – l’andamento del mercato obbligazionario, in particolare dei treasury statunitensi. Nell’ultima settimana, a fronte di un profondo sell off azionario, abbiamo assistito ad un “rally” dei prezzi dei governativi USA. Ora, se la teoria del ciclo economico vale ancora, questo comportamento significa una cosa soltanto: gli investitori si aspettano che la corsa dei tassi di interesse abbia il fiato corto. In altri termine che sia probabile l’arrivo di una recessione con un conseguente stop alla politica restrittiva della FED. Quanto probabile? Secondo molti la probabilità di una fase recessiva negli USA tra 12/24 mesi è salita attorno al 30%, secondo altri saremmo su percentuali sensibilmente inferiori. Ed alcuni analisti in questi giorni ricordano come la banca centrale statunitense abbia storicamente ritirato le truppe quando le probabilità di recessione entro due anni arrivano a stazionare fra il 30% ed il 40%.

Aspettative di recessione. ll rimbalzo dei prezzi del treasury USA a 10 anni - Fonte grafico: tradingview.com
Il rimbalzo dei prezzi del treasury USA a 10 anni – Fonte grafico: tradingview.com

In conclusione si può dire che ciò che muove in questo momento i mercati finanziari sono le aspettative degli investitori di una fase di recessione inevitabile stando l’attuale politica restrittiva adottata dalla FED. Se sarà eccesso di pessimismo lo capiremo nei prossimi mesi, quando torneremo a guardare alle trimestrali ed ai dati sui consumi negli USA.

Illustrazione di Elchinator

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