Dai sondaggi PMI di maggio arrivano segnali di rallentamento per il settore privato, ma nel complesso la riduzione del ritmo sembra al momento contenuta. La maggior frenata arriva dalla Gran Bretagna. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Sondaggi PMI di maggio: segnali di rallentamento, ma contenuti. Le stime flash dei sondaggi PMI di maggio, curati da S&P Global, mostrano segnali di rallentamento diffuso ma tutto sommato la fase di espansione resiste in tutte le grandi economie. Vediamo le varie zone geografiche.
Australia. Quarto mese consecutivo in zona espansione per il settore privato australiano. Il sondaggio PMI composite si ferma a quota 52.5, con la manifattura che registra il maggior calo sul fronte della produzione, mentre i servizi rimangono in piena fase di recupero post-covid. Sul fronte dei prezzi poche novità, rimane alta la pressione sia su quelli di input che su quelli di vendita.
Giappone. Migliora per il quarto mese consecutivo, terzo in zona espansione, il sondaggio dei direttori d’acquisto in Giappone. L’indice composite cresce e va a 51.4 grazie soprattutto alla spinta del settore servizi (ai massimi da cinque mesi). Più compassata la manifattura che registra la minor crescita dal dicembre scorso. Le solite variabili internazionali pesano sia sui prezzi (ancora in salita la componente che li monitora), sia sul morale delle imprese che a maggio tocca i minimi dall’agosto del 2021.
Eurozona. A maggio è ancora espansione per il settore privato dell’area Euro. Il sondaggio PMI scende a 54.9 zavorrato soprattutto dal settore della manifattura (54.4), mentre continua la robusta ripresa post-covid del settore servizi (a maggio il PMI segna 56.3, secondo miglior risultato negli ultimi otto mesi, la componente occupazione tocca i massimi a 15 anni). Interessante il capitolo prezzi. Qui sia manifattura che servizi registrano un rallentamento del ritmo di crescita, sia per gli input che per i prezzi di vendita. Sul fronte della fiducia le vicende ucraine e quelle legate al covid continuano a pesare sul morale delle imprese.
Gran Bretagna. Probabilmente il dato più preoccupante tra quelli visti sino ad ora. Il sondaggio PMI composite inglese passa dal 58.2 di aprile al 51.8 della stima flash di maggio. Una perdita di oltre 6 punti che è la quarta più grande di sempre per il sondaggio inglese. Pesa, e tanto, l’inflazione sulle imprese d’oltremanica. I costi di produzione toccano i massimi dall’inizio del 1998, mentre ordinativi e produzione calano significativamente, soprattutto per il settore dei servizi.
USA. Peggior risultato da quattro mesi a questa parte per il sondaggio PMI composite degli USA. Il 53.8 del sondaggio segnala un rallentamento della domanda, sia per manifattura che per i servizi, con ancora problemi sul fronte della supply chain. Il morale degli operatori rimane ancora alto, con un’aspettativa per i prossimi mesi che tocca record di fiducia.
UK, vendite al dettaglio miglioramento in maggio ma contesto negativo. Il sondaggio di CBI sull’andamento delle vendite al dettaglio recupera a maggio rispetto al -35 di aprile e si ferma a -1. Il bilancio rimane negativo (più riduzione che aumento delle vendite), ma quello che pesa maggiormente è la perdita di fiducia delle imprese. Aumenta il numero di venditori che si attende un peggioramento delle condizioni economiche nei prossimi tre mesi (peggior calo dal novembre del 2020). Ed aumenta il numero di imprese che mette in standby progetti di investimento (minimo dal maggio del 2020).
Foto di wal_172619