Per la Germania tonfo delle vendite al dettaglio nel mese di aprile, mentre i sondaggi PMI confermano un rallentamento per la manifattura. Negli USA ancora tante offerte di lavoro, quasi due per ogni disoccupato. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Corea del Sud, ancora deficit per la bilancia commerciale a maggio. Nel mese di maggio si conferma il segno meno per la bilancia commerciale sudcoreana. Le importazioni continuano a correre e nel mese appena concluso hanno fatto registrare un incremento del 32% su base annua, 16° mese con crescita a doppia cifra. A ritmo più lento ma in recupero rispetto ad aprile le esportazioni: +21.3%, seconda miglior variazione di sempre.
Australia, primo trimestre in crescita per l’economia. Il PIL australiano è cresciuto dello 0.8% su base congiunturale nei primi tre mesi del 2022. Si tratta di un dato (secondo segno più consecutivo) migliore delle attese (+0.5%), ma molto inferiore rispetto al +3.6% registrato nel trimestre precedente. Su base tendenziale la crescita del primo trimestre è del 3.3%, meglio delle attese ma in calo rispetto al dato precedente (+4.4%). Reggono i consumi (+1.9%) e si registra un avanzamento della spesa pubblica. A frenare è soprattutto la domanda estera, con le esportazioni in calo dello 0.8% e le importazioni su dell’8.1%.
Germania, tonfo delle vendite al dettaglio in aprile. Nel mese di aprile le vendite al dettaglio in Germania sono scese del 5.4% su base mensile (-0.4% su base annua). Si tratta del peggior dato da un anno a questa parte, con i consumatori tedeschi che fanno i conti con l’inflazione e riducono le spese, cercando di risparmiare. Così scendono le vendite di beni alimentari (-7.7%), di carburanti e di beni non alimentari (-4.4%). A registrare un segno più sono solo gli acquisti online (+5.4%). Un altro tassello che metterà molta pressione sul board della BCE.
PMI, sondaggi finali di maggio confermano rallentamento. Le letture finali del sondaggio PMI di maggio confermano (con diverse revisioni al rialzo) un rallentamento per la manifattura nelle principali economie mondiali, anche se rimane in vita la fase di espansione per Eurozona (primo calo degli ordinativi dal giugno del 2020), Giappone, Gran Bretagna e Australia. Un po’ a sorpresa il PMI manifatturiero della Russia torna in zona espansione (50.8) soprattutto su inflazione in calo e grandi aspettative di ordini per i prossimi 12 mesi. Il Caixin conferma i dati PMI visti ieri per la manifattura cinese: ancora fase di contrazione ma in miglioramento rispetto ad aprile.
Eurozona, disoccupazione stabile ad aprile. Per il terzo mese consecutivo la disoccupazione nell’Eurozona rimane al 6.8%, minimo storico della serie. Continua a calare anche la disoccupazione giovanile che nel mese di aprile torna sotto il 14%.
Canada, banca centrale alza i tassi. Come da attese la banca centrale canadese ha alzato il riferimento di 50 punti base portandolo all’1.5%, massimo da inizio pandemia. Si tratta del terzo rialzo consecutivo ed il board ha annunciato che altri ne seguiranno in base all’andamento dell’inflazione nei prossimi mesi. Inflazione che attualmente è al 6.8% ma non avrebbe ancora raggiunto il picco.
USA, ancora elevato il numero di offerte di lavoro in aprile. Ancora molto elevato il numero di offerte di lavoro negli USA in aprile. Sono 11,4 milioni le posizioni offerte, in linea con le attese e leggermente più basse rispetto al mese di marzo. Non cambia la dinamica dei licenziamenti volontari. In Aprile sono stati 4.4 milioni con un quits rate invariato al 2.9%. Per dare un’idea della forza del mercato del lavoro attuale basta dare uno sguardo al rapporto tra offerte e disoccupati che tocca oramai quota 2, il che significa quasi due lavori disponibili per ogni disoccupato statunitense, un record assoluto. In 12 mesi l’economia USA ha registrato un aumento dell’occupazione pari a 6,4 milioni di unità.
USA, indice ISM manifatturiero di maggio sale a sorpresa. A sorpresa l’ISM manifatturiero è salito nel mese di maggio toccando quota 56.1, sette decimi in più rispetto al mese di aprile. Buone notizie sul fronte dei nuovi ordini e della produzione. Ma il sondaggio registra anche un allentamento della pressione sui prezzi ed una (leggera) riduzione della componente occupazione. Due elementi desiderabili per la FED. Supply chain e inflazione sono sempre tra le preoccupazioni degli operatori, anche se il tasso di fiducia rimane forte.
Foto di Alfred Derks