L’ultimo report di Rainforest Action Network ci ricorda che negli ultimi sette anni le attività economiche coinvolte nel processo di deforestazione hanno raccolto oltre 20 miliardi di dollari di finanziamenti.
La lotta alla deforestazione, tema messo un po’ in ombra dell’accesissima discussione sulla transizione energetica, è un elemento cruciale per contenere l’avanzata delle emissioni di gas serra e dei cambiamenti climatici ad esse collegati. Gli ultimi dati pubblicati dall’associazione no profit Rainforest Action Network, però, lasciano un certo sconforto e rimarcano ancora una volta tutti i rischi connessi al lasciare che l’economia e la finanza facciano da sole sui temi collegati al clima.
Cosa ci dice il report 2022 Keep Forest Standing? In estrema sintesi ci segnala che nel 2021 nessuno dei 17 grandi brand e banche internazionali analizzati hanno messo in campo nuove iniziative per ridurre l’impatto delle loro supply chain sulla deforestazione. Ma c’è di più: i grandi gruppi bancari continuano a sostenere finanziariamente le attività economiche che minacciano le grandi foreste in Indonesia, nel bacino del Congo ed in Amazzonia. Dal 2015 – anno della conferenza sul clima di Parigi – ad oggi il flusso di denaro dagli istituti finanziari verso operatori economici coinvolti in attività di deforestazione ha toccato la non indifferente cifra di 22,5 miliardi di dollari.
Al di la dei nomi di singole istituzioni o società – li trovate tutti nel report – è interessante notare come questi si difendano sostenendo di applicare in pieno quanto stabilito dai regolamenti delle autorità di vigilanza. E non volendo mettere in dubbio la buona fede della maggioranza degli operatori finanziari viene da chiedersi se i regolamenti in questione siano abbastanza chiari o lascino troppe zone d’ombra. Daniel Carrillo, direttore di RainForest, ricorda come moltissimi istituti finanziari abbiano ad esempio abbracciato in pieno la campagna contro l’utilizzo dell’olio di palma, ma continuino a finanziare senza problemi attività come la produzione della cellulosa o gli allevamenti intesivi che minacciano le foreste dell’Amazzonia.
Foto di Jolanda de Koning