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Recessione USA, il mercato orso e le opinioni degli esperti

Sarà recessione entro l’anno per gli USA? Il mercato azionario a stelle e strisce, entrato in una fase orso, pare rispondere affermativamente, ma cosa dicono gli esperti? Le opinioni sono molte.

“La recessione non è inevitabile”. Negli ultimi giorni abbiamo sentito pronunciare spesso questa frase, tra gli altri hanno sposato il concetto il presidente degli USA Biden ed il commissario per l’economia dell’EU Gentiloni. Eppure gli investitori, a guardare l’andamento dei mercati finanziari, non sembrano credere molto alla possibilità che le manovre della politica monetaria non lasci strascichi sull’economia reale. A maggior ragione in un contesto storico dove molti elementi sembrano ancora lungi dall’essere sotto controllo.

I mercati finanziari, si diceva. La scorsa settimana lo S&P500 è scivolato con entrambi i piedi in una fase orso, superando il 20% di perdita dal picco più recente, quello del 3 gennaio 2022. Dal dopoguerra ad oggi il listino statunitense ha vissuto 12 fasi di mercato orso, con perdite dal picco precedente tra il 20% ed il 56% (2007-2009) e durate variabili tra i 33 giorni del 2020 ai 929 giorni della bolla dot.com (dati elaborati dal WSJ). La cosa che accomuna molti di questi eventi è che a corollario della loro manifestazione l’economia statunitense è entrate in una fase di recessione. La reazione degli investitori, quindi, è piuttosto comprensibile.

Se sul fatto che una recessione sia nell’ordine delle cose non dovrebbero esserci dubbi – fa pur sempre parte del ciclo economico – la domanda che molti si pongono è quando potrà avvenire e quanto durerà. Sul punto le opinioni sono molto differenti. Think Advisor ha provato ad elencarne alcune tra le più autorevoli. Gary Shilling, importante consulente finanziario statunitense, si iscrive al partito del “più probabile prima che dopo”, riflettendo sul fatto che anche la variazione delle stime sulla crescita economica da parte della World Bank sembrano indicare il sopraggiungere di una recessione in terra americana entro l’anno. Bob Doll, CIO di Crossmark Global Investments, rimanda tutto al 2023. L’onda lunga degli stimoli del periodo pandemico, sostiene Doll, è ancora tra noi e per vedere un reale effetto delle politiche monetarie e dell’inflazione sui consumi occorrerà attendere ancora qualche mese.

Jeremy Siegel, professore all’University of Pennsylvania, è ancora più ottimista, aggiungendo che a suo modo di vedere il listino USA sarebbe già prossimo al bottom. Non si espone fino a tal punto, ma condivide l’idea che il mercato abbia già scontato molto l’ipotesi recessione Liz Ann Sonders (Charles Schwab & Co). Robert Shiller, della Yale University, mette sul piatto una percentuale di probabilità: 50% per una recessione USA entro i prossimi due anni. Al concetto aggiunge una considerazione interessante, vale a dire il fatto che le aspettative di recessione da parte di consumatori ed investitori possono accelerare l’arrivo di una fase di downturn per l’economia americana, nella più classica delle profezie che si autoavverano.

A fare una media di quanto velocemente elencato, sembra di poter concludere che verosimilmente anche questo mercato azionario orso vedrà seguire al suo insorgere una fase di recessione, più probabile entro l’anno prossimo. Secondo alcuni analisti (opinione espressa recentemente anche dall’Economist) dovrebbe essere un evento non troppo severo, ma uscirci potrebbe presentare grosse insidie vista la debolezza nella quale si troverebbe sia la politica monetaria che quella fiscale.

Foto di Gerd Altmann

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