Per l’economia USA è recessione tecnica con il PIL che nel secondo trimestre scende dello 0.9% annualizzato. I consumi tengono ma lanciano segnali di forte affaticamento, male gli investimenti. Per la Germania inflazione a giugno rallenta al 7.5%. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Australia, vendite al dettaglio ancora in crescita a giugno. Sesto mese di crescita consecutivo, ma anche peggior a 6 mesi: le vendite al dettaglio in Australia sono cresciute dello 0.2% nel mese di giugno, tre decimi sotto le attese e cinque in meno rispetto al mese precedente.
Eurozona, economic sentiment scende per il quinto mese consecutivo. L’Economic Sentiment di luglio per l’Eurozona si ferma a quota 99, peggior dato dal febbraio scorso e quinta lettura in calo consecutiva. La fiducia si affievolisce in tutti i settori ed in particolare nell’industria (3,5 dal 7 precedente, dimezzata). Per quella dei consumatori si tocca il nuovo minimo storico a quota -27. Ad aumentare è l’incertezza, mentre si indeboliscono anche le aspettative sul mercato del lavoro. Ultima nota riguarda i prezzi. Se da un lato l’aspettativa di inflazione a 12 mesi continua a crescere per i consumatori, si riduce quella sui prezzi di vendita da parte delle imprese.
Germania, inflazione al picco? Nel mese di giugno il tasso di inflazione tedesco si è fermato al 7.5%, un valore ancora decisamente alto, un decimo sopra le attese, ma anche la seconda rilevazione in calo consecutiva dal massimo toccato in aprile. Un dato che però va preso con le pinze. Su base mensile, infatti, i prezzi tornano ad accelerare, registrando un +0.9% che batte di tre decimi le aspettative ed è otto decimi sopra il dato di maggio. Inoltre il dato armonizzato non mostra flessioni: a giugno è +8.5% contro il +8% di maggio.
USA, PIL secondo trimestre 2022, è recessione tecnica. L’economia statunitense entra in recessione tecnica, ma mai come questa volta il dato va preso con le pinze. Se segnali di affaticamento appaiono evidenti, nel complesso la congiuntura USA rimane ancora viva. Partiamo dal dato secco: nel secondo trimestre il PIL si è contratto dello 0.9% annualizzato, contro attese di una crescita dello 0.5% e in miglioramento rispetto al primo trimestre (-1.6%). Il calo delle scorte (sovradimensionate nei mesi precedenti) ha sottratto 1,96 punti percentuali alla variazione totale della ricchezza prodotta nel periodo aprile-giugno, allo stesso tempo il rialzo dei tassi fa flettere la voce investimenti privati. Se queste sono le variabili che più incidono sul risultato finale, quella da monitorare con maggior attenzione per il momento regge. I consumi privati restano in positivo, avanzando dell’1%. Aumentano però le difficolta: le spese per l’acquisto di beni sono calate del 4,4% (spese per servizi a +4.1%), mentre le vendite finali a consumatori statunitensi al netto dell’inflazione virano in negativo per la prima volta dall’inizio della pandemia (-0.3%). Il dollaro forte non sembra al momento penalizzare le esportazioni nette, che contribuiscono alla crescita per l’1.43%
USA, mercato del lavoro. Ancora una settimana sostanzialmente stabile per il mercato del lavoro. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione si sono fermate a 256mila, 4 mila in meno del dato precedente. La media a quattro settimane rimane sostanzialmente stabile, mentre i sussidi continuativi si riducono di quasi 30mila unità, a quota 1,359 milioni.
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