Continua la crescita dell’inflazione nell’Eurozona, a settembre nuovo record a +10%. Negli USA crescono le spese personali, ma l’acquisto di beni frena. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Produzione industriale: Giappone migliora, Corea del sud no. Nel mese di agosto la produzione industriale giapponese ha registrato un incremento del 2.7% su base mensile. Il dato preliminare supera abbondantemente le attese. Si tratta del terzo mese consecutivo di crescita. Vira in positivo anche il dato su base tendenziale. In Corea del Sud, invece, la produzione industriale di agosto scende dell’1.8% su base mensile, secondo mese con il segno meno ed un punto percentuale peggio delle attese.
Cina, letture miste per i sondaggi PMI di settembre. Il sondaggio PMI curato dall’istituto di statistica nazionale vede la manifattura tornare in zona espansione nel mese di settembre, mentre rallenta in maniera sensibile il settore dei servizi. Il composite scende a 50.9, terzo mese consecutivo di calo. L’equivalente sondaggio curato da Caixin, invece, mostra un ulteriore peggioramento per la manifattura cinese nel mese di settembre. Il risultato del PMI viene fissato a 48.1, peggior dato dal maggio scorso, terzo dato in calo consecutivo, con la produzione che scende per la prima volta da quattro mese e ordini ed esportazioni che continuano a peggiorare. La fiducia degli operatori scende ai minimi dal novembre del 2019, tra le preoccupazioni il possibile scoppio di nuovi focolai di covid (con relativi lockdown).
India, nuovo intervento per la banca centrale. La banca centrale indiana ritocca verso l’alto il tasso di riferimento REPO per la quarta volta consecutiva, con un rialzo di 50 punti base, alzando al contempo anche i tassi sui depositi. La mossa segue quella di numerosi altri istituti centrali ed è mirata a contrastare l’inflazione che in India viene stimata al 6.7% per l’anno fiscale 2023 (sopra la banda di oscillazione). Rivista al ribasso la stima di crescita del paese: 7% dal 7.2% precedente.
Eurozona, inflazione ancora in crescita nel mese di settembre. Secondo la stima preliminare dell’Eurostat, l’inflazione nell’Eurozona ha toccato a settembre il nuovo record storico, a quota +10% su base annua, tre decimi oltre le attese del mercato e 9 decimi in più di agosto (dato rivisto al rialzo). La parte core sale al 4.8%, tre decimi oltre le attese, quasi tre punti sopra il target del 2%. Su base mensile il rialzo dei prezzi al consumo è stato dell’1.2%, due decimi oltre le attese, in accelerazione rispetto al mese precedente. A livello nazionale spicca il dato francese che vede un calo al 6.2% del dato armonizzato (6 decimi meno delle attese). Scontati nuovi rialzi dei tassi da parte della BCE nelle prossime riunioni.
UK, prezzi delle case a settembre. Nel mese di settembre i prezzi delle abitazioni in Gran Bretagna si mantengono stabili su base mensile. Su base annua l’incremento torna sotto il 10% per la prima volta da ottobre dell’anno scorso. Segnali di raffreddamento, anche se ancora molto modesti, arrivano anche dal numero di richieste di mutui che si mantengono sotto il livello pre-pandemia e dalle manifestazioni di interesse all’acquisto, date in calo dal sondaggio Nationwide.
USA, spese e redditi personali nel mese di agosto. Nel mese si agosto progressi sia per i redditi che per i consumi personali dei cittadini statunitensi. I consumi sono saliti su base mensile dello 0.4%, oltre le attese ed in controtendenza rispetto al mese precedente, spese concentrate su utenze, salute e trasporti; in calo invece le spese per l’acquisto di beni, forse un primo timido segnale positivo per la FED, anche se l’indice PCE Price core sale ancora di due decimi e sfiora il 5% (4.9%). Per quel che riguarda i redditi, ad agosto l’aumento è stato dello 0.3%, stessa variazione del mese precedente e settimo mese di crescita consecutivo.
USA, indice fiducia Michigan di settembre. L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan chiude settembre in leggero rialzo rispetto al mese precedente ma ben al di sotto della stima precedente. La lettura finale si ferma a 58.6, quattro decimi in più rispetto al mese precedente ma quasi un punto sotto la stima preliminare. Riviste al ribasso sia l’aspettativa sui prossimi mesi, sia la percezione della condizione attuale. Sul fronte delle aspettative di inflazione, sale di un decimo rispetto alla prima stima quella a 12 mesi (4.7%), mentre cala di un decimo quella a medio termine (2.7%).
Foto di Udo Pohlmann