In Australia la banca centrale alza ancora i tassi ma meno delle attese (+25bp contro attese di +50bp), alimentando qualche speranza (piuttosto ardita) che la stretta monetaria globale possa essere vicina al suo massimo. Negli USA calo significativo delle offerte di lavoro nel mese di agosto. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Australia, banca centrale alza i tassi ma meno delle attese. Ancora un rialzo dei tassi per la banca centrale australiana, il riferimento è stato alzato di 25 punti base portandolo al 2.6%. Si tratta di un rialzo annunciato ma di intensità inferiore rispetto alle attese del mercato (50 punti base). Per il board la fase restrittiva non è finita qui, visto che l’inflazione è attesa in crescita anche per i prossimi mesi. L’ultima stima vede il 2022 chiudersi con una variazione annua vicina all’8% per poi dimezzarsi nel 2023. I dati dal mercato del lavoro confermano questa visione. A settembre le offerte di lavoro hanno continuato a rimanere su volumi sostenuti, segnale evidente di un mercato ancora molto tirato e quindi di pressione sui salari.
Eurozona, prezzi alla produzione accelerano ancora in agosto. Nel mese di agosto l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato una variazione mensile del 5%, in crescita rispetto al mese precedente, secondo mese consecutivo in accelerazione. La causa è sempre da ricercare nei prezzi dell’energia che hanno fatto registrare un balzo di oltre 11 punti percentuali. Dedotta questa componente la variazione scende ad un modesto +0.3%, tre decimi in meno rispetto al mese precedente. Su base annua si registra un nuovo record storico: +43.3%, due decimi oltre le attese, cinque punti abbondanti in più rispetto alla lettura precedente. Anche in questo caso il dato senza la componente energia segnala un rallentamento, dal +15.1% di luglio al 14.5% di agosto.
USA, offerte di lavoro nel mese di agosto. Le offerte di lavoro nel mese di agosto sono scese a quota 10,05 milioni, oltre un milione in meno rispetto al mese di luglio ed abbondantemente al di sotto delle attese. Si tratta del maggior calo mensile da inizio pandemia (-10%) e del dato più basso dal giugno del 2021. Il calo più significativo viene dal settore dell’assistenza sociale, ma spicca anche un -143mila per quel che riguarda il settore retail. Poche variazioni sul fronte dei licenziamenti volontari, il job quits rate rimane fermo al 2.7%. Dati che potrebbero significare qualcosa in vista delle prossime mosse della FED, ma che al momento sono ancora troppo timidi per poter dire che la stretta mometaria inizia a dare effetti sul mercato del lavoro.
USA, ordini all’industria nel mese di agosto. Nel mese di agosto gli ordini alla manifattura statunitense sono rimasti invariati rispetto al mese precedente, con un calo significativo per il settore trasporti. Dedotta questa voce la variazione mensile vira in positivo: +0.2% contro il -1.1% del mese precedente.
Foto di RobertDychto