L’ultimo report della BIS fotografa un mercato delle valute dominato dal dollaro e dall’inter-dealer trading. I volumi di scambio giornalieri superano i 7 trilioni di dollari.
Il mercato delle valute è tra i più osservati negli ultimi mesi. Uno dei primi effetti delle variazioni dei tassi di interesse, infatti, si nota proprio nei rapporti di forza tra le valute internazionali. Se non ci sono particolari anomalie sul versante macro, quando una banca centrale alza il costo del denaro rende al contempo più desiderabile la propria valuta di riferimento. Molto spesso, inoltre, ad una mossa restrittiva da parte di una banca centrale corrisponde un’azione nella stessa direzione da parte di altri istituti centrali, preoccupati che la propria valuta si indebolisca troppo generando inflazione e rendendo più pesante il costo del debito denominato in valuta estera. E questo è quanto successo in questi mesi, con il dollaro in forte ascesa e le altre banche centrali “costrette” ad alzare i tassi anche per evitare deprezzamenti troppo elevati delle loro valute.
Proprio sul fronte del mercato delle valute è arrivato in questi giorni il risultato del report della BIS (la cosiddetta banca centrale delle banche centrali). Il report è il risultato del sondaggio triennale effettuato dall’istituto ginevrino su un campione di 1200 tra banche ed altri operatori finaziari in 52 paesi del mondo.
Il primo dato che emerge dal sondaggio è il valore complessivo degli scambi di valute. Nell’aprile del 2022 il valore medio delle transazioni giornaliere ha raggiunto il massimo storico di 7,5 mila miliardi di dollari. Un incremento del 14% rispetto al 2019 ed un ritorno alla crescita dopo un triennio (2016-2019) che aveva visto volumi in calo del 6%.
All’aumento del volume degli scambi si è accompagnato un netto innalzamento dei livelli di volatilità del mercato delle valute. E la causa principale sta proprio nelle mutate condizioni della politica monetaria internazionale. A riprova di questo fatto ci sono i numeri sulla tipologia di operatori più attivi sul mercato. Il 46% degli scambi giornalieri, qualcosa come 3,5 trilioni di dollari di valore, rientra nel cosiddetto inter-dealer trading, vale a dire nelle operazioni tra banche od altri operatori finanziari. Le forti oscillazioni valutarie hanno creato “squilibri di scorte” tra i dealer, costringendoli a ricorrere più frequentemente al mercato interbancario per far fronte alle richieste di valuta dei clienti.
E naturalmente, in questo enorme volume di scambi, il dollaro la fa da padrone. Secondo i dati della BIS l’88% degli scambi giornalieri ha come protagonista la valuta americana. Una percentuale stabile rispetto al 2019. Discorso diverso per l’Euro che ha perso un punto percentuale in un triennio, passando dal 32% al 31% degli scambi. In forte ascesa lo yuan. La moneta cinese contava ad aprile il 7% degli scambi totali, quinta valuta più trattata, ben tre punti percentuali in più rispetto al 2019.
E nei prossimi mesi, stante l’attuale orientamento degli istituti centrali, la persistenza di rischi geopolitici e la presenza di “headwinds” per l’economia globale, c’è da pensare che i movimenti sul fronte valutario continueranno ad essere sostenuti. Il dollaro, ricorda il barometro finanziario di Kb Meter, continua ad essere molto forte, anche se nel breve termine la moneta europea sta recuperando vigore.
Foto di Jan Vašek