Come oramai è nostra abitudine diamo uno sguardo all’andamento dei risultati aziendali del terzo trimestre 2022 delle società appartenenti allo S&P500, grazie ai dati elaborati da FactSet. Si tratta di numeri molto interessanti che forniscono informazioni utili a capire l’attuale situazione della congiuntura statunitense.
Alla fine della scorsa settimana le società appartenenti allo S&P500 che avevano diramato i risultati del terzo trimestre 2022 erano oltre l’80% del totale, una percentuale che permette di tirare più di qualche conclusione. Nel complesso il periodo luglio-settembre ha portato risultati migliori delle attese per la maggioranza delle aziende considerate, pur con una tendenza al rallentamento. Il 70%, infatti, ha comunicato un utile per azione superiore alle aspettative degli analisti, con un miglioramento medio rispetto alle stime dell’1.9%. Considerando le trimestrali pubblicate e le stime relative a quelle ancora da pubblicare, il gap tra EPS reale ed EPS atteso si dovrebbe attestare al 2.2%. Un dato che nella serie storica di Factset rappresenterebbe il peggior dato dal terzo trimestre del 2020.
A far rallentare i profitti non è certo la domanda che, stando ai numeri relativi ai ricavi, sembra essere ancora piuttosto forte. Nel complesso il 70% delle trimestrali pubblicate mostra ricavi superiori alle attese, una percentuale che si colloca sopra le medie storiche a 5 e 10 anni. La crescita dei ricavi per il terzo trimestre si dovrebbe fissare attorno al 10.5%, ben due punti abbondanti sopra le stime fatte a fine settembre. Emblematico il caso delle utilities che registrano un aumento medio dei ricavi pari al 12.4% (92% delle aziende del settore batte le attese) ma vedono i profitti crollare del 4.9% per effetto dei maggiori costi sopportati. Gli unici settori a sorridere convitamente sono quello dell’energia (ricavi a +45% e profitti a +139%) e del real estate (ricavi a +12% e profitti a +18%).
Gli analisti, ricorda Factset, si attendono uno scenario simile a quello appena descritto anche per il quarto trimestre del 2022, con utili in calo dell’1% ed una crescita annua attorno al 5.6%. Su questi numeri il rapporto tra prezzo ed utile per azione (P/E) a 12 mesi si posiziona sopra i 16 punti. Considerando che la media a 5 anni è a 18.5 e quella a 10 al 17.1, non sembrano valutazioni a forte sconto.
Insomma, in definitiva i numeri del terzo trimestre 2022 non sembrano così male, ma mostrano plasticamente la “lotta” in essere tra la robusta domanda statunitense ed i maggiori costi sopportati dalle aziende. Una lotta che ha come normale valvola di sfogo il passaggio dei maggiori oneri ai clienti finali, in altre parole prezzi di vendita più alti (che significano anche ricavi in crescita), quindi inflazione.
Illustrazione di Mohamed Hassan