Nel mese di novembre l’inflazione in Giappone tocca i massimi dal 1991, il dato core eguaglia il livello del dicembre 1981. Negli USA tengono ancora i consumi e continuano a crescere i salari. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana… e del 2022.
Giappone, a novembre inflazione tocca i massimi dal 1991. Nel mese di novembre l’inflazione in Giappone ha toccato quota 3.8% su base annua, un decimo in più rispetto al mese precedente e massimo dal gennaio del 1991 ad oggi. A spingere verso l’alto i prezzi continuano ad essere sostanzialmente due fattori: i prezzi delle materie prime e l’estrema debolezza dello yen. Il rialzo riguarda sia la parte più volatile del paniere sia la componente core, quest’ultima registra una variazione annua del 3.7%, addirittura il massimo da fine 1981, quasi due punti oltre il target della banca centrale. E la banca centrale qualche piccolo cenno di cambio di rotta lo ha dato all’inizio di questa settimana.
Brasile, continua il raffreddamento dell’inflazione. I dati di metà mese continuano a confermare il processo di raffreddamento dei prezzi in Brasile. A metà novembre l’inflazione è scesa al 5.9% su base annua, prima volta sotto il 6% dal marzo del 2021 e quinto mese consecutivo di calo.
USA, ordini di beni durevoli a novembre. Nel mese di novembre gli ordini di beni durevoli hanno registrato un calo del 2.1% su base mensile, primo segno meno dopo tre mesi consecutivi di crescita. Si tratta del peggior dato dall’aprile del 2020. A calare soprattutto gli ordini del settore traporti, dedotta questa voce il dato torna in positivo, con un +0.2% su base mensile. Gli ordini di beni durevoli esclusi aerei e difesa, un indicatore della propensione all’investimento delle imprese statunitensi, rimangono in crescita, seppur con un ritmo inferiore: +0.2% su base mensile.
USA, spese e redditi personali nel mese di novembre. I consumi personali reggono anche nel mese di novembre, seppur con un ritmo inferiore alle attese. La variazione mensile si ferma a +0.1%, un decimo meno delle attese ma quinto mese consecutivo di crescita. Crescono anche i redditi: su base mensile si registra a novembre un +0.4%, un decimo oltre le attese e conseguenza di salari che continuano a salire. Un segnale di inflazione che si riflette nell’indice core PCE, il più seguito dalla FED. Nel mese di novembre l’indice scende a +4.7%, in linea con le attese del mercato ed ancora quasi tre punti oltre il target della banca centrale.
Canada, economia rallenta negli ultimi mesi del 2022. Nel mese di ottobre il PIL canadese è cresciuto dello 0.1% rispetto al mese precedente e la prima stima per novembre indica una fase di stallo.
USA, vendite di nuove abitazioni nel mese di novembre. A sorpresa le vendite di nuove abitazioni negli USA hanno registrato un incremento del 5.8% a novembre, contro attese di calo del 4.7%. Il tasso di crescita annualizzato è il maggiore da tre mesi a questa parte. I numeri rimangono comunque molto più bassi rispetto a inizio anno: per esaurire lo stock di abitazioni nuove disponibili, a questi ritmi, ci vogliono 8,6 mesi.
USA, indice fiducia Michighan finale di dicembre. Il dato finale dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan è stato rivisto al rialzo. L’indicatore sale a 59.7 dal 59.1 preliminare, con un miglioramento della componente relativa alle aspettative ed una revisione al ribasso della componente relativa alla situazione attuale. Altro fattore interessante riguarda le aspettative di inflazione. Sia quella a breve che quella a medio termine sono state riviste al ribasso, rispettivamente al 4.4% e al 2.9%.
KBriefing torna a gennaio. Questa è l’ultima K Briefing del 2022. L’appuntamento con i principali dati macroeconomici della giornata commentati è per il 9 gennaio prossimo. Buone feste a tutti i lettori.
Foto di Peter Hempel