Uno sguarda all’ultimo Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit ci mostra un mondo quasi spaccato a metà, dove la democrazia fatica a riprendere slancio.
Come sta la democrazia nel mondo? Secondo l’ultima edizione del Democracy Index curato dalla società Economist Intelligence Unit, nel 2022 il lungo processo di deterioramento iniziato nel 2016 ha subito un arresto. Un piccolo segnale che non vuol dire certo miglioramenti in vista, ma piuttosto una fase di stabilizzazione del dato.
Guardando ai numeri pubblicati nel report ne esce un mondo sostanzialmente spaccato a metà. Il 45.3% della popolazione mondiale vive in paesi con un regime politico classificabile come democrazia, mentre il 36.9% sottostà ad un potere autocratico. L’indice generale del Democracy Index 2022, una sorta di termometro della salute della democrazia nel mondo, risale a 5,29 punti (il massimo possibile è 10 punti). Un miglioramento di un solo centesimo rispetto all’anno precedente ma anche la prima variazione positiva dall’oramai lontano 2016. Nella speciale classifica degli stati più democratici il primo posto è della Norvegia, accompagnata nella top ten da altri stati del nord Europa (Danimarca, Svezia, Finlandia, Irlanda). La democrazia sembra godere di ottima salute anche agli antipodi, con la Nuova Zelanda che raggiunge il podio (seconda). Gli USA si posizionano al 30° posto, mentre in caduta libera ci sono Cina e Russia.
A far migliorare l’indice, notano dall’EIU, è stato soprattutto l’abbandono di gran parte delle restrizioni adottate per mitigare gli effetti della pandemia di Covid. A beneficiarne maggiormente è stata l’Europa che risulta essere l’unica area geografica al mondo ad aver registrato un miglioramento del Democracy Index, con punteggi tornati al livello del 2019.
Sempre l’atteggiamento rispetto alla pandemia è stato uno dei fattori cruciali del peggioramento in classifica della Cina. La repressione delle proteste contro la politica di covid zero ha portato lo score di Pechino a 1,94, su 10, il livello più basso da quando esiste questa statistica (2006).
Non sfugge, guardando la mappa pubblicata da EIU, la posizione estremamente precaria della democrazia in zone come l’Africa, il Medio Oriente e l’Asia centro-settentrionale. Una lunga distesa di rosso (colore che indica la presenza di regimi autocratici) che rende complicato un ulteriore recupero dell’indice nei prossimi anni e che spiega probabilmente meglio di molti trattati la situazione geopolitica che sta tormentando questo scorcio di anni 20 del 21° secolo.
Foto di Gerd Altmann