Come accaduto nell’ultimo trimestre del 2022, anche per l’anno in corso l’economia britannica dovrebbe riuscire ad evitare la recessione tecnica. Ma la situazione per le famiglie inglesi, ricorda il NIESR, rimane delicata.
Qualche rialzo dei tassi di interesse fa, nel comunicato ufficiale della Banca d’Inghilterra veniva riportata una previsione sull’economia britannica a dir poco agghiacciante. Gli economisti della banca centrale guidata da M. Bailey, infatti, vedevano davanti a loro uno scenario di recessione pesante e duratura, capace di arrivare ad estendere i suoi tentacoli fino all’inizio del 2024.
Gli ultimi mesi ci hanno oramai abituato a vedere stime e previsioni macroeconomiche stravolte da un aggiornamento all’altro; è la conseguenza del dover indagare scenari ricchi di novità e di imprevisti. Così anche la funesta previsione della BoE sembra essersi trasformata nel tempo, diventando qualcosa di più simile al percorso che, stando appunto alle ultime di stime, dovrebbe contrassegnare anche il blocco dell’Eurozona: un possibile segno meno solo nel primo trimestre del 2023 e poi un ritorno alla crescita, anche se stentata.
A confermare questa tendenza, ammesso e non concesso che il verbo confermare possa essere accostato alle previsioni macroeconomiche, sono arrivati i numeri elaborati da uno dei più autorevoli think tank d’oltre Manica: il National Institute of Economic and Social Research (NIESR).
Nel bollettino macro pubblicato settimana scorsa gli economisti del NIESR ci dicono che l’economia britannica, così come successo nella seconda metà del 2022, riuscirà ad evitare la recessione tecnica nel 2023, vale a dire che riuscirà a non collezionare due trimestri di crescita negativa consecutivi. La crescita del PIL, però, rimarrà piuttosto anemica, poco sopra lo zero in termini di percentuali e, continua il report, per molti sudditi di sua maestà sembrerà comunque di essere nel bel mezzo di una recessione.
Qui arriva il dato più significativo, quello che dovrebbe far riflettere sull’opportunità di lasciarsi andare a facili entusiasmi aggrappandosi alle fredde percentuali macro. L’attuale congiuntura economica, infatti, sta colpendo in maniera estremamente pesante la classe media inglese. Secondo il NIESR il reddito disponibile di questa fascia di popolazione subirà una variazione negativa tra il 3% ed il 7%, flessione che andrà ad aggiungersi alle 4000 sterline già venute a mancare nel corso dell’anno appena terminato. Sempre secondo i calcoli dell’istituto britannico, una famiglia inglese su quattro non riuscirà a far fronte alle bollette dell’energia a partire dal prossimo aprile. Lo scorso anno questa proporzione era di una famiglia su cinque. I prezzi dell’energia calano ma rimangono ancora molto elevati ed i salari continuano ad essere azzoppati dall’inflazione, proseguendo il processo di erosione del potere d’acquisto.
A tutto questo, ricorda il report, va aggiunta la delicata situazione dei conti pubblici, con il governo inglese che ha intrapreso la strada del risanamento: tradotto aumento delle tasse e taglio ai sussidi pubblici. Senza dimenticare poi una politica monetaria destinata a rimanere ancora a lungo su binari restrittivi.
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