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Big Mac Index. Il futuro andamento delle valute mondiali in un panino?

Stando ai risultati di una ricerca condotta dai suoi ideatori, il Big Mac Index può darci qualche informazione sul possibile andamento delle principali valute mondiali, almeno nel medio termine.

Può un panino dirci qualcosa sul futuro andamento delle principali valute mondiali? Se il panino in questione è una sorta di emblema del fast food mondiale e la sua capacità anticipatrice viene calcolata dall’Economist, allora vale la pena approfondire il discorso.

Di cosa stiamo parlando? Del famoso Big Mac Index, un indicatore sull’andamento del tasso di cambio reale delle principali valute internazionali. Il ragionamento alla base dell’indice è piuttosto semplice. L’hamburger emblema di una delle più note catene di fast food viene realizzato sempre con gli stessi ingredienti in qualunque parte del mondo, quindi in teoria – precisamente per la legge del prezzo unico – dovrebbe costare sempre lo stesso prezzo. Se, convertito in dollari, il prezzo del Big Mac al di fuori dagli USA è differente dal prezzo pagato negli USA, significa che la valuta locale è sopravvalutata o sottovalutata rispetto al dollaro.

Ma oltre ad avere una fotografia sul potere d’acquisto delle principali valute mondiali, il Big Mac Index può essere uno strumento in grado di dire qualcosa sul futuro andamento dei cambi? All’Economist hanno provato a verificare se questa possibilità esiste, e lo hanno fatto confrontando l’andamento dell’indice da loro sviluppato con il tasso di cambio reale delle principali valute internazionali (ossia il valore nominale di una valuta rispetto ad un paniere di altre sette valute corretto per l’inflazione).

L’analisi ha mostrato una correlazione negativa tra l’andamento del Big Mac Index e quello dei cambi in un arco temporale di cinque anni. In numeri lo studio mostra come una moneta che risulti sopravvalutata del 20% rispetto al dollaro sperimenti nei cinque anni successivi un calo del tasso di cambio reale pari al 4%. Discorso speculare nel caso in cui la moneta sia inizialmente sottovalutata rispetto al dollaro.

Se il discorso regge, guardando agli ultimi dati del Big Mac Index, emerge una condizione di sottovalutazione rispetto al dollaro per la sterlina e per lo yen, mentre l’Euro si trova in una posizione di forza rispetto alla moneta statunitense. Applicando la correlazione descritta sopra, concludono dall’Economist, ci si potrebbe attendere nei prossimi cinque anni una rivalutazione per sterlina e yen ed una “svalutazione” per l’Euro.

Ovviamente si tratta di numeri da prendere con le molle, troppe le variabili in gioco e forse troppo poche le fondamenta su cui si basa la correlazione. Di certo informazioni interessanti, sapendo quanto sull’andamento delle valute pesino le dinamiche dell’inflazione, della politica monetaria e dell’andamento dell’economia.

Foto di StockSnap

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