Grandi investitori istituzionali preparano il campo per quello che accadrà sui mercati tra qualche mese, con un occhio attento a bond governativi ed azioni tecnologiche.
L’investitore dovrebbe sempre essere in grado di immaginare cosa si nasconde dietro alla curva pericolosa che si sta affrontando. Così, mentre i media ed i commentatori dibattono sulla misura di un rialzo dei tassi o sulle conseguenze del crac di SVB, alcuni grandi investitori istituzionali preparano il campo per quello che accadrà dopo.
Ma, innanzitutto, cosa accadrà dopo? Il picco dell’inflazione sembra oramai passato e all’orizzonte le strade possibili per la politica monetaria sembrano ridursi. Se non sarà 2023, sarà per la prima parte del 2024, ma quel che è quasi certo è che l’ondata di rialzi dei tassi dovrebbe essere oramai agli sgoccioli. Altro discorso, invece, riguarda la durata della stretta monetaria. Qui le opinioni si dividono tra chi vede un rapido cambio di rotta, indotto soprattutto da una congiuntura economica che volge al peggio; e chi ritiene che la sosta sarà un po’ più lunga del previsto per riportare alla ragione i prezzi più vischiosi che mantengono il livello di inflazione sopra il target di sostenibilità.
In questo scenario alcune grandi società di investimento iniziano a scaldare i motori per cogliere al volo le opportunità che un cambio di rotta delle banche centrali porterebbe con sé. I punti strategici da presidiare sono principalmente due: governativi con scadenze lunghe ed azioni tecnologiche.
Per chi investe con una logica di medio lungo termine questi mesi potrebbero essere un ottimo periodo di semina. A patto di selezionare con cura le sementi.
Sul fronte dei bond governativi, ad esempio, molti analisti reputano che questo sia il momento giusto per fissare il rendimento, vale a dire acquistare titoli con scadenze più lunghe (7-10 anni) per trarre vantaggio dai prezzi ed anticipare il rialzo che sarà quasi “automatico” nel momento in cui la politica monetaria cambierà direzione.
Sul fronte azionario è interessante la posizione di Invesco, sintetizzata nelle parole rilasciate all’agenzia Bloomberg da parte di Kristina Hooper (chief global market stategies del gruppo). Se le mosse delle banche centrali porteranno ad una fase recessiva nella seconda metà del 2023, sostiene Hooper, molto probabilmente il mercato azionario troverebbe una spinta rialzista nella prima metà del 2024, trascinata dal settore tecnologico che ha dimostrato una correlazione inversa con l’andamento dei tassi di interesse.
Se, come sostiene JP Morgan, il grosso dei guadagni di un rally sui mercati finanziari lo si realizza nella sua prima fase, allora ha senso iniziare a guardarsi attorno e cogliere le opportunità che il mercato offre.
Foto di Lorenzo Cafaro