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Spreco alimentare, numeri ancora elevati negli USA

Lo spreco alimentare, causa dell’8% del totale delle emissioni dannose nell’atmosfera, rimane un problema dai numeri elevati negli USA, come mostrano gli ultimi dati diffusi da ReFED.

Lo spreco alimentare non è solo un potente pugno nello stomaco di fronte alla crescente insicurezza alimentare di molti paesi del mondo. Sprecare cibo significa anche inquinare l’ambiente ed aumentare le emissioni dannose nell’atmosfera. Si tratta di un problema che attanaglia i ricchi paesi occidentali da molti decenni e che ha una forte relazione con il poco valore – economico ma non solo – che diamo a quanto è presente nel nostro piatto. Qualcosa sta iniziando a cambiare, se non per coscienza quantomeno per contingenza, visto l’aumento dei prezzi del carrello della spesa. Anche il legislatore ha iniziato ad intervenire sul tema, come dimostra la recente proposta di modifica delle etichette alimentari relativamente alle scadenze di consumazione.

I numeri dello spreco rimangono però molto pesanti. Negli USA, ad esempio, gli ultimi dati elaborati dall’organizzazione ReFED sono piuttosto significativi. Nel 2021, recita l’ultimo report, gli Stati Uniti hanno prodotto 91 milioni di tonnellate di cibo in eccesso, un balzo del 4.8% rispetto al 2016 (primo anno di pubblicazione del report). Il cibo andato sprecato è pari al 38% dell’intera produzione statunitense, pari a qualcosa come 444 miliardi di dollari di valore. E come se ogni cittadino americano avesse gettato nel bidone della spazzatura quasi 2,5 quintali di cibo.

Numeri enormi che diventano indigeribili, visto che parliamo di cibo, se li si confronta a quelli diffusi dal dipartimento dell’agricoltura statunitense. Sempre nel 2021 – ricorda l’agenzia Bloomberg citando questi dati – erano oltre 33 milioni gli americani alle prese con l’insicurezza alimentare, 5 milioni di bambini. Del cibo sprecato, però, solo il 2% viene donato a chi ne avrebbe bisogno.

In questa grande catena dello spreco, si legge ancora tra i dati di ReFED, sono le famiglie ad avere la responsabilità maggiore. ll settore agricolo, l’industria, il retail ed i servizi di ristorazione, messi assieme, raggiungono poco più del 50% dell’ammontare di cibo sprecato complessivo nel 2021.

E lo spreco non è solo un gigantesco problema di equità sociale, ma anche un’ulteriore minaccia per l’atmosfera. Il cibo prodotto in eccesso genera ogni anno qualcosa come l’8% delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Rimanendo sui dati USA del 2021, scrive ReFED, il quantitativo di surplus di cibo prodotto ha generato 372 tonnellate di CO2, pari al 6% delle emissioni del paese.

Ridurre lo spreco alimentare non è possibile senza una reale presa di coscienza da parte dei consumatori. E perchè questo avvenga è necessario un cambiamento di abitudini. Un cambiamento che può essere guidato attraverso una maggiore informazione, in grado soprattutto di associare al cibo che mangiano il suo valore, economico ed ambientale.

Foto di dominador

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