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Settore bancario, sul green serve più trasparenza

Sulle politiche green del settore bancario serve più trasparenza. Da uno studio di ShareAction su 20 grandi banche europee emerge un quadro fumoso sul come si intende raggiungere il target zero emissioni entro il 2050.

Per gli investimenti ESG il periodo non è certamente dei migliori. Secondo gli ultimi dati che arrivano dagli USA, ad esempio, gli ETF che investono in questo comparto hanno visto uscite di capitali per oltre 8 miliardi di dollari da inizio anno. Numeri consistenti e che rappresentano la risposta ad un doppio problema: da un lato una perdita di appeal sul fronte dei rendimenti; e dall’altro una legislazione sull’ESG che si è fatta più stringente, polarizzando il sentiment degli investitori.

Non si può certamente parlare di un settore in crisi, ma di certo stanno emergendo alcune criticità che la condotta dei principali attori sul mercato non aiuta a risolvere. A buttare benzina sul fuoco ci ha pensato recentemente l’organizzazione no profit ShareAction, nota alle cronache per la sua febbrile attività di coordinamento degli azionisti in alcune recenti decisioni di importanti banche mondiali, dalla fu Credit Suisse a HSBC e Barclays.

Nel report di cui da notizia l’agenzia Bloomberg sono stati analizzati gli impegni sul fronte della lotta al climate change di 20 grandi banche europee (Eurozona, Gran Bretagna, Svizzera e Norvegia). Secondo ShareAction gran parte di questi impegni mancano di una rappresentazione realistica di come raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050. Inoltre, aggiunge l’organizzazione no profit inglese, il settore continua a non dichiarare esplicitamente metodologie e metriche utilizzate per monitorare l’efficacia delle politiche green messe in atto. Inoltre, la stessa definizione di quelli che sono asset green e di quelli che non lo sono lascia più di qualche perplessità.

Il monito lanciato da ShareAction è piuttosto chiaro: serve in primis maggiore trasparenza sugli obiettivi green del settore bancario; e questi devono focalizzarsi sulle attività primarie delle banche, vale a dire prestiti, investimenti ed attività sui mercati finanziari.

Foto di Kanenori

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