Quanto vale l’economia green per la Cina? Secondo i dati più recenti il settore ha contribuito a quasi la metà della crescita del PIL nel 2023.
Siamo in piena campagna elettorale per le Europee del prossimo giugno, e tra gli argomenti che faticosamente provano a farsi strada nel dibattito politico ci sono la gestione della transizione energetica ed i rapporti commerciali con la Cina. Apparentemente sembrano due argomenti slegati fra di loro, ma a ben guardare potrebbero essere considerati le due facce di una stessa medaglia.
La transizione energetica non è e non può essere soltanto divieti, riduzione di consumi e regole più o meno stringenti su questa o quella emissione. No, la transizione energetica è soprattutto investimenti, nuove tecnologie e produzione. Per ridurre le emissioni servono materiali, infrastrutture e processi produttivi in grado di traghettarci verso i traguardi del 2030 e del 2050. E se queste componenti non sono disponibili “in casa”, saranno altri paesi ed altre aree economiche a fornircele, perchè i tempi sono stretti e la necessità di agire è altissima. Ed è proprio in questo ragionamento che entra in gioco la Cina. Perchè nel campo della transizione energetica e nella produzione di energia pulita occorre fare i conti con Pechino, volenti o nolenti.
A ricordare la forza dell’energia green in Cina sono i dati elaborati dall’istituto indipendente CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air) e pubblicati qualche mese fa nel Carbon Brief.
Quali sono questi numeri? Eccoli: nel 2023 il 40% della crescita economica cinese è stata generata dalla green economy ed in particolare dalle cosiddette “new three industries”, vale a dire energia solare, veicoli elettrici e batterie. Gli investimenti in energia pulita sono cresciuti l’anno scorso del 40% su base annua e rappresentano il totale – totale – della crescita della voce investimenti del paese. Senza il contributo di questi settori la crescita annua del PIL cinese non avrebbe superato il 3%, due punti percentuali sotto il target governativo.
La spinta sul settore dell’economia green è stata talmente forte nell’ultimo anno che per la Cina ora si parla di rischio sovraproduzione con ricadute sui prezzi e sui ritorni degli investimenti. Se esportata, questa sovracapacità produttiva può mandare a gambe all’aria interi settori produttivi in Europa e non solo.
Foto di Nerijus jakimavičius