Nel mese di maggio l’inflazione USA ha continuato a rallentare, facendo meglio delle attese. Un sospiro di sollievo per la FED con l’ipotesi primo taglio dei tassi a settembre che riprende quota. In Cina inflazione debole a maggio. Gran Bretagna, male PIL di aprile. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Cina, inflazione stabile (e debole) a maggio. Nel mese di maggio l’inflazione in Cina si conferma allo 0.3% su base annua, quarto mese consecutivo con prezzi al consumo in crescita ma un decimo sotto le attese del mercato. Continua la discesa dei prezzi dei beni alimentari, mentre quelli non alimentari salgono dello 0.9% contro lo 0.8% del mese precedente. L’inflazione core rallenta, passando dallo 0.7% di aprile allo 0.6%. Su base mensile, infine, si registra il secondo segno meno da inizio anno: -0.1% contro attese di crescita nulla. Numeri che fanno storcere il naso a molti analisti, preoccupati per una ripresa della domanda interna che sembra non scaldarsi. Intanto sul fronte dei prezzi alla produzione continua la spinta deflazionistica anche se con un ritmo più blando: indice PPI a -1.4%, un decimo in meno delle attese del mercato; variazione mensile positiva per la prima volto da otto mesi.
Gran Bretagna, crescita zero nel mese di aprile. Nel mese di aprile il PIL inglese ha registrato una crescita zero, in linea con le attese e prima brusca frenata dopo tre mesi di crescita consecutivi. Su base trimestrale la variazione è dello 0.7%, in linea con le attese ed un decimo meglio del mese precedente. Male nel mese di aprile la produzione industriale (-0.9% su base mensile contro attese di -0.1%; manifattura giù dell’1.4%) ed il settore costruzioni.
USA, inflazione meglio delle attese a maggio. Nel mese di maggio l’inflazione statunitense ha continuato a rallentare, battendo le attese e facendo probabilmente tirare un mezzo sospiro di sollievo alla FED. La variazione annua scende al 3.3%, secondo mese di calo consecutivo, un decimo meglio delle attese e minimo da febbraio scorso. Su base mensile la variazione è nulla, dato più basso dal luglio del 2022. Buone notizie anche sul fronte dell’indice core: +3.4%, un decimo meglio delle attese e minimo da aprile 2021. Variazione più contenuta rispetto alle attese anche su base mensile (+0.2% contro +0.3%). Si tratta di numeri che come detto fanno tirare un sospiro di sollievo alla FED, ma per giugno non ci si attende nessun taglio; riprende piede l’ipotesi di una prima sforbiciata a settembre.
Foto di Andreas Lischka