E’ un luglio di segnali misti per il sondaggio PMI. L’Eurozona rallenta ulteriormente e rischia di tornare presto in una fase di stagnazione. Segnali positivi per la Gran Bretagna. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
PMI di luglio, segnali misti per il settore privato. La stima flash dei sondaggi PMI di luglio sembra dare segnali misti sullo stato di salute del settore privato. Timidi miglioramenti arrivano dalla manifattura ma i servizi, che continuano a sostenere la ripresa, rallentano il passo. Andiamo a vedere le principali aree economiche.
Australia. Sesto mese consecutivo in zona espansione per il settore privato aussie, ma a luglio arriva il quarto dato in calo consecutivo per il PMI composite ed il peggiore da gennaio 2024. L’indice elaborato da S&P Global si ferma a 50.2 con la manifattura che appesantisce la sua fase di contrazione ed il settore servizi che fa i conti con una domanda, interna ed estera, in indebolimento. Gli ordini dall’estero crollano registrando la peggior variazione da oltre quattro anni. L’occupazione rallenta (ritmo di crescita più basso da tre anni a questa parte), mentre sul fronte dei prezzi continua la ripresa dell’inflazione su quelli di produzione (in particolare per il settore servizi). In questo quadro la fiducia degli operatori cala sui minimi dal 2020.
Giappone. Torna in zona espansione il settore privato giapponese dopo la brusca frenata di giugno. Il PMI composite sale a 52.6 punti grazie alla performance del settore servizi. Viene a mancare, invece, il contributo della manifattura che torna inaspettatamente in zona contrazione con gli ordini che scendono al minimo dal febbraio scorso. Inflazione in aumento sia per i prezzi alla produzione che per quelli di vendita.
Eurozona. Quinto mese consecutivo di espansione per il settore privato dell’area Euro, ma la ripresa segna il passo. Il PMI composite si ferma a quota 50.1, minimo da febbraio e secondo mese di calo consecutivo. Di fatto la situazione sembra indicare l’arrivo di un nuovo periodo di stagnazione, con la manifattura che continua a navigare ben al di sotto della soglia dei 50 punti ed il settore servizi che rallenta vistosamente. Calano gli ordini sulla scorta di una domanda in indebolimento e di conseguenza perde potenza la spinta occupazionale registrata ad inizio 2024. Sul fronte dei prezzi anche in Eurozona si registra un aumento di quelli alla produzione, ma la debolezza della domanda frena le imprese dal passare i maggiori costi sul cliente finale. Le preoccupazioni maggiori arrivano dalle prime due economie dell’area. Germania e Francia rimangono in zona contrazione, con la prima che registra il primo calo di produzione da quattro mesi a questa parte e la Francia che segna il terzo mese di calo consecutivo di riduzione delle attività economiche.
Gran Bretagna. Delle grandi economie analizzate è l’unica che può “vantare” una fase di espansione sia per quel che riguarda i servizi che per il settore della manifattura. Il PMI composite rimane sopra quota 50 per il nono mese consecutivo e migliora interrompendo la frenata di maggio e giugno.
Canada, banca centrale taglia ancora i tassi d’interesse. La banca centrale canadese procede ad un secondo taglio dei tassi nella riunione di luglio, portando il riferimento al 3.5% dal 3.75% precedente. A motivare la decisione il raffreddamento del mercato del lavoro ed un eccesso di offerta che ha ulteriormente abbassato la pressione sui prezzi al consumo. Abbassare i tassi, segnala il board, è inoltre utile a ridurre i prezzi di affitti e mutui che contribuiscono in maniera importante all’inflazione del paese.
Foto di Emir Krasnić