Giappone, esportazioni in calo a settembre. Le esportazioni giapponesi sono calate dell’1.7% su base annua nel mese di settembre, si tratta del primo segno meno dal novembre dello scorso anno. Le attese erano per una crescita dello 0.5%. A trainare al ribasso il dato è stato soprattutto il settore trasporti, con le esportazioni di autoveicoli in calo del 9.7% rispetto a 12 mesi prima. Significativi i cali dell’export verso Cina (-7.3%), USA (-2.4%) ed Unione Europea (-9%). Crescita sostanziosa dell’export verso Taiwan, Singapore, India (+18%) e Russia (+98%).
Australia, mercato del lavoro conferma il buon stato di salute. A settembre l’economia australiana ha creato 64 mila nuovi posti di lavoro (in prevalenza a tempo pieno), ben oltre le attese del mercato e massimo dal febbraio scorso. Il tasso di disoccupazione scende al 4.1%, un decimo in meno rispetto al rilevamento precedente, mentre il tasso di partecipazione sale di un decimo e tocca quota 67.2% (nuovo record storico).
BCE, nuovo taglio dei tassi su buoni dati inflazione ed economia debole. La banca centrale europea ha deciso di tagliare in tassi di altri 25 punti base, portando il riferimento al 3.25%. La decisione, in linea con le attese del mercato, è supportata da un processo di disinflazione che procede in maniera soddisfacente (l’inflazione a settembre è stata limata di un decimo rispetto alla stima preliminare). Il comunicato aggiunge informazioni importanti: parte della frenata dei prezzi deriva anche dall’inatteso calo di alcuni indicatori economici; la crescita dei salari si mantiene sostenuta; il ritorno al target del 2% è previsto nel corso del 2025 (eliminato il riferimento al secondo semestre presente nel comunicato di settembre); nel breve termine si prevede una modesta riaccelerazione dell’inflazione. Nessuna anticipazione sulle future mosse ma la conferma di una condotta “data driven”. Gli analisti suggeriscono di guardare con molta attenzione ai dati PMI e all’inflazione in ottobre e novembre. In caso di marcato deterioramento della situazione economica non è escluso un maxi taglio di 50 punti base a dicembre.
USA, vendite al dettaglio nel mese di settembre. Terzo mese di crescita consecutivo per le vendite al dettaglio statunitensi e domanda interna che si conferma in discreta forma. A settembre è +0.4% su base mensile, un decimo meglio delle attese. Al netto della componente auto la variazione sale al +0.5%, miglior risultato dal giugno scorso. La componente super core sale dello 0.7% rispetto ad agosto, quinto rialzo mensile consecutivo. Su base annua la variazione è del +1.7%, in rallentamento di cinque decimi rispetto al mese scorso.
USA, mercato del lavoro. Calano le nuove richieste di sussidi di disoccupazione. La scorsa settimana sono state 19 mila in meno rispetto al riferimento precedente e ben al di sotto delle attese del mercato. La media a 4 settimane, meno volatile, conferma la sostanziale stabilità della situazione. I sussidi continuativi salgono marginalmente e toccano quota 1,867 milioni.
USA, Philly Fed del mese di ottobre. Secondo mese sopra lo zero e balzo a 10.3 punti per l’indice sull’attività economica dell’area di Philadelphia. Il risultato è ben al di sopra delle attese del mercato ed è frutto di un ritorno in positivo di ordini e spedizioni. Scende la pressione sui prezzi, mentre rimane debole la componente occupazione. Migliora l’aspettativa sulle condizioni economiche nei prossimi sei mesi e rimane sopra quota 20 per il secondo mese consecutivo la componente che monitora gli investimenti aziendali.
USA, produzione industriale a settembre. Continua la fase volatile per il dato sulla produzione industriale statunitense. A settembre su base mensile si è registrato un calo dello 0.3%, contro attese di crescita dello 0.1% ed in controtendenza rispetto al mese precedente. Sul rilevamento di settembre pesano gli scioperi e le avverse condizioni meteo in alcuni stati. La produzione manifatturiera è scesa dello 0.4% rispetto ad attese di crescita dello 0.1%. Infine, la capacità utilizzata è scesa al 77.5%, ancora due punti abbondanti sotto la media storica.
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